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Ok dal cda Tim alla separazione della rete e al piano strategico di Genish

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Ok dal cda Tim alla separazione della rete e al piano strategico di Genish

Amos Genish (Imagoeconomica)
Amos Genish (Imagoeconomica)
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Parte il processo di separazione volontaria della rete Telecom Italia. Il board, che si è svolto martedì a Milano e ha impegnato i consiglieri per l’intera giornata, ha dato mandato all'ad Amos Genish di avviare l’iter formale per la notifica all’Agcom. Verrà creata una società ad hoc, posseduta al 100% da Telecom Italia, cui conferire la rete d'accesso, dalla centrale fino all’utente finale, tutta l'infrastruttura collegata – e cioè edifici, apparati elettronici e sistemi It – e il personale necessario a «fornire servizi all'ingrosso in maniera indipendente».

«La nuova società della rete – sottolinea una nota Tim – avrà le risorse per mantenere un'altissima qualità della rete e sostenere il Paese nel raggiungimento degli obiettivi dell'agenda digitale europea 2025 sulla banda ultralarga». Non sono stati forniti dettagli sulle cifre in gioco, né sul numero dei dipendenti da trasferire, ma è stato precisato che «resterà invariato il perimetro del gruppo» e che la creazione della società della rete «avverrà in conformità e nel rispetto della disciplina del golden power».

Il piano strategico
Il piano al 2020 dell'ad Amos Genish parla di «esperienza digitale del cliente» e di «offerte dedicate alla clientela premium» con l'obiettivo di «accelerare la generazione di cassa» per rafforzare la struttura patrimoniale e aumentare il ritorno agli azionisti. Il piano prevede la digitalizzazione di tutti i processi e mira a promuovere «un modello di relazione digitale» con il cliente, «incentrato sull'utilizzo di big data e advanced analytics». «L’offerta commerciale punta su una maggiore convergenza», con l'intento di raggiungere entro il 2020 più di 5 milioni di clienti connessi in fibra grazie ai nuovi contenuti video, musica e giochi, oltre a triplicare i clienti di Tim vision, che a fine 2017 su rete fissa erano 1,3 milioni. «Ict company» è lo slogan che compare per il segmento business, la clientela aziendale, con il proposito di raggiungere a fine piano l'obiettivo di ottenere ricavi Ict e cloud per un quarto del totale del segmento, con un numero di clienti in fibra triplicato. Nell'area wholesale è previsto che le linee in banda ultralarga degli operatori alternativi aumentino da 1 a 3 milioni.

Per quanto riguarda il Brasile, gli obiettivi sono di aumentare i clienti mobili post-paid (che oggi sono il 30% del totale) e i clienti residenziali connessi in fibra a 1 milione. La rete 4 G dovrebbe coprire al 2020 4mila città, vale a dire il 96% dell'intera popolazione urbana.

Su Inwit, la società delle torri mobili, si punta ad aumentare la tenancy a 2,1 clienti per sito, e a sviluppare infrastrutture di nuova generazione. Sparkle, la società dei cavi internazionali, si concentrerà sui servizi dati. È prevista l’espasione dell'attività in 11 nuovi Paesi. Il 30% degli investimenti sarà dedicato allo . Gli investimenti previsti nel triennio sono di 9 miliardi in Italia e di 12 miliardi di reais in Brasile (circa 3 miliardi di euro). I target finanziari sono la crescita dell'equity free cash flow per un totale cumulato nel triennio di 4,5 miliardi, la conferma per il 2018 del rapporto net debt/Ebitda a 2,7 volte, in diminuzione negli anni successivi ma senza indicazioni numeriche. Sul mercato domestico è prevista stabilità dei ricavi e crescita dell’Ebitda cagr 2017-2020 low single digit.

I conti
I ricavi consolidati nel 2017 si sono attestati a 19,8 miliardi (+4,2%, +2,7% la variazione “organica”). L’Ebitda cala del 2,6% a 7,8 miliardi, con una marginalità scesa dal 42,1% al 39,3%, mentre in termini organici l’Ebitda cala del 3,7% e la marginalità diminuisce di 2,6 punti percentuali. L’Ebit, pari a 3,3 miliardi, si riduce dell’11,6% con un'incidenza sui ricavi del 16,6% rispetto al 19,6% del 2016. L'utile si riduce da 1,8 a 1,1 miliardi, scontando oneri netti non ricorrenti per 714 milioni.

Gli investimenti industriali sono stati pari a 5,7 miliardi, in aumento di 825 milioni, anche se la copertura in fibra (prevalentemente Fttc, fibra fino al cabinet) si è fermata al 77% rispetto all'85% previsto dal precedente piano a fine 2017. Il flusso di cassa dalla gestione operativa cala da 2,856 a 2,496 miliardi. L'indebitamento netto rettificato ammonta a 25,308 miliardi di euro rispetto ai 25,119 miliardi di fine 2016. All’assemblea del 24 aprile sarà proposta l'approvazione di un dividendo solo per le azioni di risparmio di 2,75 centesimi.

Il board ha confermato i requisiti di indipendenza di tutti e dieci gli amministratori della categoria e, secondo quanto si evince dalla nota Tim, non ha fermato l'iter di approvazione della joint con Canal plus secondo la procedura parti correlate di maggiore rilevanza. Confermata la nomina a direttore acquisti di Michel Sibony in «parziale distacco da Vivendi».

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