New York - Intel potrebbe inserirsi a sorpresa nella grande battaglia dei microprocessori, la crociata di Broadcom per conquistare Qualcomm. E potrebbe farlo con un'azione per lei insolitamente aggressiva: lanciando un'offerta per rilevare direttamente Broadcom. La mossa studiata da Intel sposa la teoria che a volte la migliore difesa è l'attacco. Una fusione tra i suoi due rivali darebbe infatti vita a un nuovo, formidabile concorrente per il leader americano dei microchip che preferirebbe l’operazione non decollasse. Una possibilità che resta reale: Qualcomm ha finora rifiutato le offerte del colosso di Singapore, compresa la più recente da 117 miliardi.
Allo stesso tempo la speciale Commissione sugli investimenti esteri americana ha in corso un raro esame preventivo d'un deal ancora non formalizzato e ha espresso scetticismo e preoccupazioni di sicurezza nazionale per i legami di Broadcom con la Cina, nonostante la promessa del gruppo di trarrebbe il quartier generale negli Stati Uniti.
Se però Intel giudacasse che il merger è in carreggiata o in fase di completamento, allora sarebbe pronta a rispondere facendo scattare proprie acquisizioni che la rafforzino. A cominciare, appunto, da avance nei confronti della stessa Broadcom, che oggi vanta una market cap da 104 miliardi contro i 244 miliardi di Intel.
La prospettiva di una simile scommessa, rivelata dal Wall Street Journal, ha spinto ieri nel dopo mercato in ribasso il titolo di Intel e in rialzo quello di Broadcom. Se il colosso di Singapore rappresenterebbe un boccone complesso di digerire, Intel non è nuova negli ultimi due anni a significative acquisizioni, dall'israeliana Mobileye - specializzata nelle telecamere destinate ad auto self-driving - per 15,3 miliardi fino ad Altera Corp - produttore di chip programmabili - per 16,7 miliardi.
Intel avrebbe ingaggiato dalla fine dell'anno scorso consulenti per sviluppare le sue contromosse ad una possibile combinazione tra Broadcom e Qualcomm.
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