I futuri gruppi bancari cooperativi, Iccrea e Cassa Centrale Banca, sono al lavoro in vista del varo operativo, che potrebbe scattare all’inizio del prossimo anno. Ma con un motivo di (potenziale) conforto in più: e cioè che per gli esami ufficiali della Bce, il cosiddetto Comprehensive Assessment, ci potrebbe essere più tempo del previsto. Se fino a oggi l’Asset quality review e gli stress test erano stati calendarizzati per l’autunno del 2018, negli ultimi giorni - a quanto risulta al Sole 24 Ore da ambienti bancari - starebbe prendendo corpo l’ipotesi di far slittare le verifiche nel primo trimestre del 2019, ovvero una volta che i due maxi-poli (tre se si considera anche il gruppo formato dalle Bcc dell’Alto Adige) saranno già stati autorizzati dalla vigilanza europea. Una differenza di non poco conto. Come noto i gruppi stanno lavorando intensamente per pulire i loro bilanci. Ed è chiaro che, complice il fatto che le prove Bce si basano sul bilancio dell’anno precedente, se i test di Francoforte fossero applicati sui dati 2018, gli esiti sarebbero nettamente migliori di quelli prevedibili sui bilanci chiusi nel 2017. Senza contare che, una volta partiti i gruppi, le capogruppo potranno contare sui sistemi e i poteri di “early warning” previsti dal contratto di coesione per spronare la Bcc che non hanno le carte in regola.
Il comprehensive assessment “fai date” che nel frattempo i gruppi hanno avviato a inizio anno su sollecitazione della Bce, in ogni caso, serve comunque a misurare sin da ora - dunque prima della presentazione entro il 2 maggio dell’istanza alla vigilanza per l’autorizzazione a operare come gruppi - la solidità patrimoniale e la sostenibilità dei piani industriali. Personale della Banca d’Italia e della Bce è già presente nelle sedi delle future capogruppo per verificare che i compiti a casa siano eseguiti con estremo rigore. Il tema chiave, al dunque, resta la reale consistenza dei crediti problematici e le misure proposte per assicurarne un rapido smaltimento. Lo stock degli Npl lordi del futuro gruppo Icrrea è pari a circa 20 miliardi, di cui 9,7 miliardi quelli netti: su questi circa 4,3 miliardi sono le sofferenze nette, come dichiarato nei mesi dai vertici del gruppo. In queste settimane Iccrea sta mettendo in cantiere un piano di cessione: un primo pacchetto di 800 milioni sarà ceduto a giugno, una cartolarizzazione che si avvale delle Gacs, le garanzie pubbliche. Ma il piano industriale punta alla vendita di un ulteriore blocco del valore di 3,5-4 miliardi nell’arco dei prossimi due anni. Il lavoro fatto sinora fa ipotizzare che una volta presentata l’istanza i tempi per il rilascio dell’autorizzazione non siano troppo lunghi. Si ragiona, quindi, sulla prospettiva di convocare le assemblee straordinarie per deliberare l’adesione delle Bcc al nuovo gruppo in ottobre.
Da parte sua, Cassa Centrale Banca, che settimana scorsa ha riunito a Bari circa un centinaio delle Bcc aderenti al progetto alternativo a quello di Iccrea, sta portando avanti i cantieri interni così da poter presentare formalmente l’istanza a Bce il 4 maggio. Il gruppo ad oggi presenta un rapporto tra crediti deteriorati e totale impieghi (Npl ratio lordo) del 16,5%. L’obiettivo, condiviso con Francoforte, è di atterrare all’8% a fine piano, ovvero il 2021. Un obiettivo ambizioso, quello del gruppo diretto da Mario Sartori, ma che trova supporto nel livello patrimoniale di tutto rispetto, ovvero un Cet 1 che a fine 2017 si attesta al 18,4%. C’è spazio di manovra per la cessione di 2,1 miliardi di crediti deteriorati lordi, che verranno smaltiti in tre atti. Il primo miliardo di Npl sarà messo sul mercato entro fine anno, attraverso un’operazione ad hoc che è in corso, e che vede coinvolte 48 Bcc che hanno appena selezionato i portafogli da cedere (così da sfruttare i benefici offerti dalla First time adoption dei nuovi principi contabili Ifrs9). La seconda tranche, da 740 milioni, prevede una cartolarizzazione la cui istruttoria scatterà entro l’anno, così da poter partire il prossimo anno. Infine, nel 2020, è in calendario la cessione di 3/400 milioni di euro di Npl, in arrivo da 30 Bcc aderenti al gruppo. Tracciata oramai anche la possibile struttura della governance del futuro gruppo bancario: 15 i membri del futuro board, di cui 7 (tra cui l’a.d.) da assegnare a consiglieri indipendenti ed esterni, mentre gli altri 8 membri sarebbero in rappresentanza delle Bcc associate.
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