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Le sanzioni alla Russia riaccendono i prezzi del palladio. Alluminio…

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Le sanzioni alla Russia riaccendono i prezzi del palladio. Alluminio verso 2.300 $

L’alluminio continua ad apprezzarsi per effetto delle sanzioni Usa contro Rusal. Con un rally che secondo Bloomberg è il più intenso dal 1988, il metallo ha raggiunto un picco di 2.277,50 $/tonnellata (tre mesi) al London Metal Exchange, un rincaro di quasi il 15% da inizio settimana.

Anche il palladio intanto, già protagonista di rialzi record nel 2017, è tornato a correre, guadagnando oltre il 6% da lunedì e toccando quota 971,30 $/oncia. In parte il metallo ha viaggiato al traino dell’oro, ai massimi da 2 mesi sull’onda delle tensioni geopolitiche (1.365,23 $ ieri). Ma pesa anche il timore che Norilsk, uno dei maggiori fornitori del mondo, possa incontrare difficoltà.

Mosca è responsabile di oltre il 40% dell’offerta di palladio, in un mercato che è in deficit da circa un decennio.

Il gruppo russo, tra i leader anche nel nickel, per ora non è colpito da sanzioni, né lo è il suo maggiore azionista Vladimir Potanin. Ma una quota del 28% è in mano a Oleg Deripaska, proprio attraverso Rusal. I due miliardari sono rivali storici, ma è probabile che a questo punto il sogno di Deripaska di conquistare Norilsk sia sfumato per sempre. Intorno al suo impero si sta infatti facendo terra bruciata.

L’alluminio Rusal è stato ripudiato anche dal Cme Group, che controlla il Comex: la borsa ha revocato con decorrenza immediata lo status di metallo consegnabile, una misura più drastica della «sospensione» del Lme, che esclude l’alluminio entrato nei magazzini fino al 6 aprile.

Glencore intanto, secondo fonti di agenzie, si sta apprestando a dichiarare lo stato di forza maggiore su alcune consegne di metallo russo, mentre azioni e bond di Rusal ed En+ sono state espulse da alcuni tra i maggiori indici, tra cui il Ftse Russell o il Cembi di JpMorgan.

A Deripaska non resta che affidarsi allo Stato. «Dovremo prenderci cura delle operazioni delle imprese, perché danno lavoro a 170mila persone – ha detto il ministro delle Finanze russo Anton Siluanov – Possiamo aiutare temporaneamente, attraverso le banche, a fornire liquidità».

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