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Borse, torna la preoccupazione tra gli operatori. Il 72% prevede…

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Borse, torna la preoccupazione tra gli operatori. Il 72% prevede cali o indici stabili

Cambia l’umore fra gli operatori di borsa circa le prospettive dei mercati nei prossimi sei mesi. Emerge dal sondaggio di maggio condotto da Assiom Forex fra i suoi associati in collaborazione con Il Sole 24 Ore Radiocor. Nel complesso, il totale di quali vedono mercati stabili o in calo balza infatti al 72% dal 61% del mese precedente. Nello specifico, quanti prevedono rialzi calano dal 39% al 28% mentre gli operatori che si attendono indici stabili, una definizione che include variazioni massime del 3% tanto al ribasso quanto al rialzo, sono il 43%, 2 punti percentuali in meno di un mese fa. Salgono infine dal 16% al 29% i pessimisti. Di questi il 27% (dal 15%) vede la possibilità di ribassi compresi tra i 3 e i 10 punti percentuali mentre un ulteriore 2% (da 1%) scommette su un crollo superiore al 10%. «Nonostante sia evidente come il sentiment degli operatori sia peggiorato nel mese di maggio – ha commentato il presidente di Assiom Forex, Luigi Belluti - dalle risposte del questionario risulta chiaro come il rischio politico legato alle elezioni italiane sia stato poco percepito in precedenza dal mercato. Gli operatori italiani che credono in una performance positiva della Borsa nei prossimi sei mesi sono ancora il 28% del campione contro il 39% di aprile, una riduzione che appare compatibile con uno scenario di rallentamento delle condizioni macro in assenza di grosse turbative geo-politiche. I recenti accadimenti potrebbero modificare sensibilmente il mood degli operatori nel prossimo mese».
Cambi: per 78% operatori euro resterà stabile o calerà

La traiettoria dell’euro nei confronti del dollaro rimane difficile da prevedere ma nel complesso la maggioranza degli operatori (il 78%) mette in conto un ulteriore indebolimento dell’euro o quantomeno un mantenimento dei livelli attuali. Nello specifico, il 40% degli operatori (da 53% un mese fa) ritiene che l'euro rimarrà stabile mentre per il 38% (30%) sono pronosticabili ribassi che per l'1% saranno molto sensibili. Per il rimanente 22% degli operatori Assiom Forex (da 17% in aprile) l'euro tornerà invece ad apprezzarsi. “Le prospettive della moneta unica rimangono più sfumate e incerte da decifrare – ha Belluti - secondo la maggior parte degli intervistati infatti il cambio euro/dollaro rimarrà stabile mentre aumentano di otto punti percentuali coloro che ritengono che l’euro possa indebolirsi”. Dunque una situazione molto fluida e che promette di risentire, come avvenuto in queste ore, delle ripercussioni delle vicende politiche e delle possibili conseguenza a livello europeo. Senza dimenticare che a giugno nella riunione di Riga la Bce potrebbe annunciare, come anticipato martedi da Sabine Lauteschlaeger, la fine dell’acquisto netto di attività.

Il rischio politico peserà sullo spread
Aumenta il numero degli operatori Assiom Forex che si attende un mantenimento dello spread su livelli decisamente più alti rispetto a quelli a cui ci eravamo abituati nel corso degli ultimi mesi.

Va sottolineato che il sondaggio è stato chiuso il 22 maggio, prima dunque che lo spread arrivasse a sforare quota 300 punti per via delle incertezze politiche . Nello specifico, il 38% degli operatori (erano il 67% in aprile) vede uno spread compreso fra i 100 e i 150 punti mentre per il 37% degli operatori (da 25%) è più probabile un’oscillazione nella soglia compresa tra 150 e 175 punti. Sale invece dall'8% al 17% il numero di quanti ritengono possibile uno sforamento duraturo di quota 175 punti con un 8% (ex 1%) che ritiene probabile un differenziale stabilmente sopra quota 200 punti». I risultati del sondaggio sul valore dello spread Btp-Bund, ha commentato Belluti, dimostrano con chiarezza come il rischio politico non sia stato considerato sino ad ora un fattore rilevante.

Operatori divisi su effetto caro-petrolio, per 52% può frenare crescita
Il ritorno del petrolio sui livelli più alti da 3 anni dopo l'uscita degli Usa dal patto nucleare con l'Iran e alla luce delle continue tensioni fra Israele e lo stesso Iran in Siria, potrebbe frenare il ritmo dell’espansione economica globale. E’ quanto ritiene il 52% degli operatori Assiom Forex che sottolinea come il quadro geopolitico non promette di migliorare a breve mentre l'economia globale da qualche segnale di rallentamento. Il ritorno del caro-petrolio potrebbe dunque rappresentare un ulteriore ostacolo andando a deprimere i consumi e facendo crescere i costi di produzione per le aziende. Secondo il rimanente 48% invece il mondo non dipende più in maniera tanto massiccia dal petrolio Opec come avveniva fino a qualche anno fa e l'offerta rimane molto superiore alla domanda. In qualche misura il caro-petrolio potrebbe in realtà essere un fattore positivo in quanto contribuirebbe a rimettere in moto in modo sostenuto l'inflazione. Resta da vedere ora cosa decideranno di fare i paesi Opec in occasione della prossima riunione del cartello dei paesi produttori a Vienna. Secondo alcune anticipazioni, l’Opec sarebbe pronto ad aumentare la produzione e su queste indiscrezioni il prezzo del greggio ha ceduto nel corso delle ultime sedute parte dei rialzi.

(Il Sole 24 Ore Radiocor)

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