Nel 2017 gli intermediari sanzionati dalla Consob per violazioni inerenti i servizi di investimento sono stati 15 a fronte dei 10 del 2016, i manager coinvolti sono stati 282 rispetto agli 80 del 2016. Infine le sanzioni irrogate sono state 11,8 milioni di euro a fronte dei 0,8 milioni nel 2016. Una crescita da ascrivere al maggior numero di procedimenti sanzionatori nei confronti delle banche. L’impennata sanzionatoria dell’attività della Consob rappresenta un record negativo, ma non un trend secondo il commissario dell’Autorità di Borsa, Anna Genovese: «L’entrata in vigore di Mifid II offre al settore della intermediazione, e anche alla vigilanza, una preziosa opportunità di recupero e di rilancio», ha detto il commissario nel corso di un seminario organizzato in Borsa in occasione del Consob Day. Numeri che non appagano nessuno a cominciare dai risparmiatori danneggiati dal “misselling”. «Alcuni comportamenti sanzionati - ha aggiunto il commissario - hanno contribuito a produrre conseguenze molto gravi, foriere di alto allarme sociale e di perdita di fiducia diffusa, che non è mai suscettibile di veloce recupero».
In questa direzione si inserisce l’accordo quadro tra Banca d’Italia e Consob per collaborare più intensamente nella vigilanza a partire dalla Mifid II e quindi dal rapporto fra intermediari e risparmiatori. A cominciare da uno dei punti critici emersi dalle crisi e dai fallimenti bancari, ovvero il collocamento ai risparmiatori di titoli ad alto rischio. «È necessario - ha aggiunto Genovese - tenere alta la guardia e l’entrata in vigore delle più stringenti regole di Mifid II sono uno strumento indispensabile».
La nuova normativa Mifid 2 e il lavoro della Consob per la sua implementazione sono stati apprezzati dagli operatori. Secondo Gianfranco Torriero, vice direttore generale dell’Abi (Associazione bancaria italiana) bisogna porre l’attenzione al rapporto tra norme e sanzioni perché «quando le norme non sono capite e non sono chiare come si fa a definire le sanzioni?». Se Fabio Galli direttore generale di Assogestioni ha ricordato come il settore del risparmio gestito in Italia è maturo e solido rispetto alle realtà degli altri paesi europei, Marco Tofanelli segretario generale di Assoreti ha posto l’attenzione sull’obbligo di trasparenza dei costi. Infine, Antonio Pinto della Confconsumatori ha ricordato il ruolo delle banche nel definire il profilo di rischio dei risparmiatori secondo la nuova normativa, e l’affidabilità dei questionari compilati dalla clientela. Tutti aspetti che se ben applicati, secondo Pinto possono «dare quella fiducia necessaria per tornare ad investire serenamente».
© Riproduzione riservata