Carige si prepara a rispondere alla lettera con cui la Bce, il 20 luglio, ha bocciato il capital conservation plan della banca ligure. Mentre un nuovo scontro si è consumato in cda lunedì scorso. Conflitto che ha portato la consigliera Francesca Balzani ad anticipare le dimissioni (con effetto dall’1 agosto), mentre avrebbe dovuto lasciare in occasione della prossima assemblea degli azionisti (che verrà convocata per settembre), chiamata a nominare il nuovo presidente, dopo l’uscita di Giuseppe Tesauro. Intanto la procura di Genova si muove, interrogando i consiglieri di Carige, dopo l’apertura di un fascicolo, a carico di ignoti, per abuso di mercato.
Oggi il cda della banca si riunisce per approvare la relazione semestrale e per decidere la data dell’assemblea degli azionisti da tenersi a settembre.
Sul consiglio, peraltro, pesa la richiesta di revoca avanzata da due soci di peso dell’istituto: Malacalza Investimenti, azionista di riferimento col 20,6%, e Raffaele Mincione, col 5,4%. E poi c’è la lettera della Bce che ha chiesto all’istituto di presentare un nuovo piano approvato dal cda, «per ripristinare e assicurare in modo sostenibile l’osservanza dei requisiti patrimoniali, al più tardi entro il 30 novembre. Tale piano dovrebbe valutare tutte le opzioni, inclusa un’aggregazione aziendale». La vigilanza ha anche rilevato come nessuna delle misure di riduzione dei rischi «è stata eseguita entro la tempistica iniziale e il Piano di conservazione del capitale aggiornato ne ha rinviato la prevista esecuzione di un trimestre». A questi e altri rilievi dovrà rispondere la banca. E, a quanto risulta, sarebbe già pronta una lettera di replica che sarà posta all’attenzione del cda dall’ad, Paolo Fiorentino.
Riguardo alle dimissioni anticipate della Balzani, a quanto trapela dalle stanze di Carige, la frattura finale sarebbe avvenuta quando la consigliera ha chiesto che l’operatività del cda si limitasse all’ordinaria amministrazione, da qui a settembre, in virtù del fatto che esiste una richiesta di revoca di soci che valgono oltre il 25% delle azioni e perché c’è la bocciatura del capital conservation plan da parte di Bce; e quindi non esisterebbe più un percorso all’interno del quale si devono portare a compimento delle operazioni straordinarie. La maggioranza dei consiglieri, però, avrebbe rivendicato la piena titolarità del consiglio a muoversi senza limitazioni. E questo avrebbe marcato una distanza incolmabile tra la Balzani e il cda.
Ieri, intanto, è stato sentito dalla Guardia di finanza di Genova, come persona informata dei fatti e su mandato del sostituto procuratore Marcello Maresca, l’ex consigliere e membro del comitato rischi di Carige, Stefano Lunardi. Oltre a lui, gli uomini delle fiamme gialle hanno sentito anche attuali membri del consiglio ancora in carica. I verbali sono stati secretati. Nei giorni scorsi erano stati sentiti, sempre come testimoni, l’ex presidente di Carige Giuseppe Tesauro e la Balzani.
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