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la giornata dei mercati

Piazza Affari ko (-1,7%) con dazi e «rischio Italia». Spread risale in area 250

Andamento titoli
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Borse europee in netto calo, penalizzate dal tema della guerra commerciale che è tornato di nuovo in primo piano, mentre procede la stagione delle trimestrali, che dà il passo ai listini. Milano e Francoforte accusano le performance peggiori del Vecchio Continente. Milano (-2%) registra le performance peggiore del Vecchio Continente, appesantita da Tenaris e Poste Italiane dopo i conti e dalle banche, colpite dal riaffacciarsi del 'rischio Italia', in vista della legge di Bilancio di settembre in uno scenario di rialzo dei tassi. Oggi la Banca d'Inghilterra ha aumentato il costo del denaro e la Fed ieri ha confermato la solida crescita dell'economia, lasciando lo spazio a due ulteriori rialzi dei tassi entro l'anno. Tornano sotto tiro i titoli di Stato italiani con i BTp decennali che registrano di gran lunga la peggiore performance dell'Eurozona e lo spread che vola sui massimi da oltre un mese. Il differenziale di rendimento tra il decennale benchmark italiano (Isin IT0005323032) e il pari scadenza tedesco, dopo un avvio stabile, dalla tarda mattinata si è infatti impennato fino a superare la soglia dei 250 punti base, dai 230 punti della chiusura di ieri. Lo spread ha poi chiuso a 246 punti, su livelli che non si vedevano da fine giugno scorso. In forte crescita anche il rendimento dei decennali italiani che ha chiuso al 2,92% dal 2,80% della vigilia.

Wall Street in calo ma Tesla vola

Seduta in calo per Wall Street, con le rinnovate tensioni commerciali tra Usa e Cina. Gli investitori temono una escalation che finisca per portare a una guerra commerciale contro cui tutti, dalla Corporate America all'Fmi, hanno messo in guardia. A livello settoriale, soffrono le materie prime, gli industriali e i beni discrezionali. Sul fronte societario, Tesla si distingue: il gruppo resta in perdita ma il Ceo Elon Musk ha promesso che sta per diventare redditizio; il mercato ha apprezzato il «mea culpa» fatto da lui agli analisti nel corso della call. Apple è poco mossa (+0,2%) ma si avvicina alla conquista del miliardo di dollari di capitalizzazione (ora pari a 992,3 miliardi).

Tassi in rialzo in Gran Bretagna. Spread si amplia

La Banca centrale inglese ha annunciato un rialzo dei tassi di interesse: sono stati rivisti dello 0,25%, allo 0,75%. Lo spread italiano tra Btp e Bund sè volato sopra i 250 punti, per attestarsi a 249 punti, subito dopo la decisione della Banca d'Inghilterra di innalzare il costo del denaro. Del resto un contesto di tassi di interesse in rialzo penalizza l'Italia, essendo uno dei Paesi più indebitati al mondo. Sul secondario, le vendite hanno pesato sui titoli italiani sin da ieri, anche a causa di dati macro poco incoraggianti in vista della legge di bilancio di settembre. Dopo il deludente dato sul Pil, ieri è stata la volta del Pmi manifatturiero di luglio sceso ai minimi da dicembre 2016. Sempre sul fronte banche centriali, ieri sera, invece, la Federal Reserve ha confermato i tassi di interesse nel range dell’1,75%-2%. Gli analisti, però, mettono in conto che l’istituto centrale Usa potrebbe ritoccare al rialzo il costo del denaro per due volte, anziché una, entro la fine dell’anno, visto che, come ha sottolineato il presidente, Jerome Powell, l’attività economica americana sta crescendo a ritmo robusto e la disoccupazione è bassa.

Banche deboli. Giù Tenaris e Poste
A Piazza Affari sono deboli le banche, a partire da Intesa Sanpaolo, dopo la debacle di ieri e nonostante la buona semestrale. Gli analisti sottolineano gli elementi positivi della trimestrale, ma da Mediobanca notano che l'andamento del titolo va collegato a un giudizio generale sull'Italia, anche alla luce dell'attuale situazione politica. L'appuntamento cruciale, anche per gli analisti di Credit Suisse, è quindi quello con la legge di Bilancio a settembre. Pesanti anche le altre banche, a partire da Banco Bpm in attesa dei conti di domani eUnicredit. Male anche Ubi Banca, dopo che l'istituto ha annunciato la cessione del veicolo che contiene sofferenze per circa 2,75 miliardi di euro e in vista dei conti di domani. Il titolo peggiore del listino principale è Tenaris: nel secondo trimestre la società ha vantato ricavi in progresso del 44% e netto volato del 127% a 166 milioni di dollari. Le azioni, tuttavia, risentono dell'incertezza sulle prospettive, complice la guerra commerciale in atto. Perde quota anche Poste Italiane , dopo che ha diffuso i conti del primo semestre, archiviati con ricavi pari a 5,4 miliardi di euro, in calo dell’1,3% rispetto al primo semestre del 2017, ma un utile netto migliorato del 44,1% a 735 milioni di euro. I titoli hanno subito anche una sospensione. A preoccupare gli analisti soprattutto la riduzione del solvency ratio di Poste Vita. Seduta molto pesante anche per i titoli Saipem.

Ferrari recupera, è debole Fca

Ferrari rimbalza, dopo il tonfo di oltre l’8% della vigilia, provocato dalle parole del neo-ceo, Louis Camilleri, che ha definito i target al 2022 «ambiziosi», anche se ha detto che la società farà di tutto per raggiungerli. I titoli sono partiti in calo, ma poi hanno invertito rotta, mentre sale l'attesa per l'appuntamento del prossimo 18 settembre, quando verrà svelato il nuovo piano industriale. In quell'occasione, hanno commentato gli analisti di Mediobanca, Camilleri dovrà essere convincente, in un contesto che si è fatto più ricco di sfide. Della galassia Agnelli vanno male le Cnh Industrial , le Exor e le Fiat Chrysler Automobiles. Per quest'ultime ieri è emerso che in Italia le immatricolazioni sono salite del 3,41% rispetto a un anno fa. D’altra parte il mercato è salito del 4,42%, secondo i dati diffusi dalla Motorizzazione, così la quota di mercato di Fca è peggiorata al 27,1%, dal 29,13% dello stesso periodo 2017. Ancora una volta hanno fatto molto bene le auto a marchio Jeep, con vendite raddoppiate sia su base mensile (+102%), sia su base annua (+101%). Breve fiammata per il titolo dopo l'annuncio di Trump su un allentamento della regolamentazione per ridurre le emissioni.

Tra le piccole bene Reno, sprofonda Diasorin. Due debutti sull'Aim

Fuori dal paniere principale l'effetto dei conti del secondo trimestre, pubblicati nei giorni scorsi, continua a spingere al rialzo le Reno De Medici. Nel dettaglio la società nel periodo aprile-giugno ha registrato un fatturato di 150 milioni di euro, in crescita del 5,3%. L’utile netto, pari a 8,4 milioni, è salito del 16%. Per contro sono sprofondate le Diasorin dopo la pubblicazione dei numeri del primo semestre e soprattutto la sforbiciata alle previsioni per fine anno. L'azienda ha chiuso il periodo gennaio-giugno con un fatturato di 331,2 milioni (+3,7%) e un utile netto di 80,9 milioni, in crescita del 21,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Tuttavia Diasorin ha deciso di rivedere la guidance per il 2018: i ricavi saliranno del 9% a cambi costanti e non più dell'11% e l'ebitda i del 12% e non più del 13% A Piazza Affari ci sono stati due debutti oggi sul mercatoo Aim: quello di Vimi Fasteners, azienda che opera nella progettazione e produzione di organi di fissaggio ad elevato contenuto ingegneristico per i settori automotive, industrial, oil & gas, aerospace e motorsport a livello globale. E quello di Thespac, la la special purpose acquisition company promossa da Vitaliano Borromeo, Marco Galateri di Genola e Giovanni Lega. entrambe le azioni sono in lieve calo.

Euro più debole nei confronti del dollaro, in salita il petrolio
Sul fronte dei cambi, l’euro si è indebolito nei confronti del biglietto verde ( segui qui i principali cross), all'indomani dell'annuncio della Fed di lasciare i tassi invariati. Gli investitori, comunque, scommettono su un rialzo del costo del denaro Usa a settembre e non escludono un secondo rialzo a dicembre. In più, come hanno commentato gli esperti di Bnl, «il dollaro si rafforza sulla possibile escalation sul fronte commerciale mentre la divisa unica è in calo anche dopo la pubblicazione dei sondaggi anticipatori sul comparto manifatturiero che confermano una crescita più contenuta». La moneta unica è a un soffio dalla soglia di 1,16 dollari. Dopo un inizio di seduta debole, ha ripreso la via del rialzo il greggio, in netto aumento (segui qui Brent e Wti).

(Il Sole 24 Ore Radiocor)

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