L’avvio formale della procedura per la decadenza della concessione ad Autostrade per l’Italia ha innescato nuove vendite sulle azioni della controllante Atlantia azzerando così il recupero parziale di venerdì e riportando le quotazioni ai minimi dall’ottobre 2014. Dopo aver toccato un minimo a 17,41 euro (-9,9%), il titolo ha terminato le contrattazioni a 18,43 euro con un calo del 4,7 per cento. Il miglioramento è avvenuto nella seconda parte della seduta di Borsa dopo che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, parlando da Rimini, ha escluso l’ipotesi di una legge ad hoc per la revoca della concessione.
Si andrà insomma avanti secondo l’iter previsto. Giorgetti al Meeting ha avanzato perplessità sulla nazionalizzazione della rete autostradale confermando la divergenza di opinioni sul tema tra i due partiti di maggioranza tra Movimento 5 Stelle favorevole e Lega (il suo partito) più cauta.
Vendite sui titoli autostradali
Di nuovo sotto pressione anche gli altri titoli del comparto autostradale a conferma comunque che le preoccupazioni degli
operatori finanziari riguardano i rischi regolatori con le possibili revisioni dei sistemi delle concessioni: «Questo Governo
- ha annunciato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte - farà di tutto per rivedere integralmente il sistema delle concessioni
e man mano che esse scadono ne approfitterà per impostare queste operazioni sulla base di nuovi principi e di più soddisfacenti
equilibri giuridico-economici». Oltre ad Atlantia, Sias ha perso il 4,2%, Astm 3,6 punti percentuali.
I broker: rischio impatto su ebitda gruppo
Gli impegni annunciati da Autostrade per l’Italia sabato da parte dell’ad Giovanni Castellucci (la costruzione di un nuovo
ponte in acciaio, aiuti alle famiglie colpite dal disastro, contributi per la viabilità e per le case da ricostruire) non
sembrano quindi al momento poter scongiurare una revisione degli accordi in essere relativi alla gestione autostradale e le
case di investimento continuano a temere, nell’ottica dell’andamento del titolo, l’instabilità e l’incertezza del quadro normativo
oltre alle implicazioni finanziarie per Atlantia derivante dai probabili risarcimenti danni dovuti: «Data la scarsa visibilità
del risultato finale, ci aspettiamo un prolungato periodo di volatilità in quanto la disputa legale derivante dal potenziale
ritiro della concessione sarà lunga», scrivono gli analisti di Banca Imi secondo cui «la revoca della piena concessione metterebbe
a rischio una porzione significativa dell’ebitda di Atlantia (70%), il cui effetto potrebbe essere neutralizzato, dal punto
di vista valutativo, solo dal pagamento di un’indennità di risoluzione anticipata». Secondo Equita, «la concessione di Aspi
incide per circa il 40% dell’Ebitda post-minorities del gruppo con 20 anni di vita residua (che sarebbero dovuti salire a
24), quindi una negoziazione sulla continuazione del contratto è fondamentale per evitare lo scontro legale (soluzione più
negativa)».
Da America possibile class action
E su Atlantia potrebbe abbattersi anche una class action dagli Stati Uniti. Lo studio legale Bronstein, Gewirtz & Grossman
«sta esaminando potenziali rivendicazioni per conto di acquirenti di Atlantia» dopo che, sulla notizia della possibile revoca
della concessione e di una sanzione «il prezzo degli Adr è sceso di 1,66 dollari, o del 13,7%, per chiudere a 10,45 dollari
il 16 agosto 2018». Lo annuncia in una nota lo studio legale.
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)
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