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Mercati in difficoltà, anche la Cina dà carta bianca ai buyback…

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Servizio |Nuove norme rafforzeranno il trend

Mercati in difficoltà, anche la Cina dà carta bianca ai buyback azionari

Aumentano i buyback azionari anche in Cina: un trend che sembra destinato a continuare dopo che agli inizi di questo mese le autorità di Pechino hanno allentato le limitazioni ai riacquisti di azioni proprie da parte di società quotate e hanno promesso trattamenti agevolati a più ampio raggio per venire incontro alle esigenze di finanziamento delle aziende. E soprattutto per favorire una stabilizzazione dei mercati finanziari.

Secondo le ultime elaborazioni, quest'anno 913 società quotate a Shanghai e Shenzhen hanno effettuato riacquisti di azioni proprie per un totale di 35,5 miliardi di yuan (5,1 miliardi di dollari) : una somma pari a circa quattro volte l'ammontare speso nell'intero 2017 da un numero di società inferiore della metà a quelle che nel 2018 sono ricorse ai buyback.

I mercati azionari cinesi hanno registrato quest'anno un tonfo di oltre il 20%, legato sia alle crescenti tensioni commerciali con gli Stati Uniti sia a un giro di vite sulla liquidità nel sistema promosso in precedenza dalle autorità per frenare l'espansione delle attività creditizie “off-balance-sheet”.

Le nuove norme consentiranno buyback a ogni società i cui prezzi azionari siano scesi sotto il valore di libro o siano calate di un totale del 30% in 20 giorni consecutivi di trading. Inoltre, con una mossa che incoraggia i buyback, le autorità hanno eliminato l'intervallo di tempo necessario - tipicamente, sei mesi - tra due operazioni di rifinanziamento, se hanno riacquistato azioni proprie e l'ammontare della seconda operazione di rifinanziamento non ecceda determinati limiti.

Più in generale, sono state moltiplicate le circostanze in cui i buyback sono consentiti, estendendoli fino a una generica giustificazione di «protezione del valore della società e degli interessi degli azionisti». Una iniziativa consigliata dall'andamento borsistico negativo che ha interessato l'intero mercato ed in particolare le società finanziarie, visto che quest'anno i prezzi azionari di oltre 300 società risultano scese sotto il loro valore di libro per azione.

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