New York - Uber, a rischio d'essere battuta sul traguardo dell'Ipo dalla rivale piu' piccola Lyft, ha accelerato i tempi di un suo sbarco in borsa facendolo ipotizzare per i primi mesi dell'anno prossimo. Una decisione, battezzata Project Liberty, che potrebbe trasformare l'intero 2019 in un anno record per i collocamenti azionari iniziali a Wall Street.
Dopo che Lyft ha depositato presso la Sec la documentazione confidenziale per un collocamento iniziale probabilmente entro marzo o aprile, e' adesso venuto alla luce che Uber ha fatto lo stesso. Ha presentato cioe' alle autorita' mobiliari statunitensi un proprio iniziale prospetto - il cosiddetto S-1 - per arrivare a Wall Street a sua volta nel primo scorcio dell'anno prossimo. Finora aveva invece lasciato trapelare piani per un Ipo non prima della seconda meta' del 2019.
Quelli di Uber e Lyft, giganti del ride-sharing e piu' in generale della mobilita' alternativa, sono due dei collocamenti azionari iniziali piu' attesi da tempo sui mercati. La prima, secondo le banche, avrebbe una valutazione di circa 120 miliardi; la seconda di oltre 15 miliardi. Ma non sono i soli: in lizza per Ipo l'anno prossimo ci sono altri protagonisti del calibro di Palantir, specializzata nel data mining, Slack e Airbnd. Abbastanza da far pronosticare un massimo storico nei capitali rastrellati attraverso le quotazioni in Borsa, capace di superare i record del 2000 quando era in corso la grande bolla speculativa delle societa' dot-com e furono raccolti capitali per circa cento miliardi.
Uber vanta una quota del 69% del mercato Usa delle alternative di taxi e 20.000 dipendenti, contro il 28% in mano alle rivale Lyft con i suoi cinquemila dipendenti. Entrambe le aziende sono in forte espansione, in molteplici campi della mobilita', ma risultano tuttavia anche tuttora in perdita. Uber ha riportato un passivo di oltre un miliardo di dollari nel terzo trimestre dell'anno in corso; Lyft di 254 milioni. Uber, sotto la leadership del Ceo Dara Khosrowshahi, sta inoltre cercando di risanare la propria immagine dopo scandali esplosi sulla sua cultura aggressiva e costellata da abusi che si era affermata sotto il suo predecessore e fondatore del gruppo Travis Kalanick.
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