All’assemblea dell’associazione che riunisce i fondi negoziali il punto sui numeri del sistema di previdenza complementare e le prospettive future. In attesa un dialogo con il governo ancora al palo.
Una crescita delle adesioni del 5,5% rispetto allo scorso anno, per un totale di 155mila lavoratori in più iscritti ai fondi pensione di categoria, che porta gli aderenti al sistema degli strumenti previdenziali negoziali a un passo dai 3 milioni di iscritti. L’assemblea di Assofondipensione ha fatto il punto sul secondo pilastro pensionistico, sia per quanto riguarda i numeri - 52 miliardi di patrimonio per 30 fondi di categoria - che per le prospettive dei fondi pensione.
Il presidente dell’associazione Giovanni Maggi ha identificato le sfide per il sistema: allargare le coperture per i soggetti
sociali più deboli e più bisognosi di coperture previdenziali, in particolare le donne, che rappresentano circa un quarto
degli iscritti, e i giovani: meno di un under 35 su cinque aderisce ai fondi pensione. Segno, tra l’altro, della difficoltà
di fornire strumenti di tutela previdenziale completa, di primo e di secondo pilastro, alle nuove professioni lavorative.
Tra le priorità condivise dai vertici di Assofondipensione (nata nel 2003 per opera delle principali organizzazioni di rappresentanza
delle imprese e dei lavoratori, Confindustria, Confcommercio, Confservizi, Confcooperative, Legacoop, Agci, e Cgil, Cisl,
Uil e Ugl), un piano straordinario di educazione previdenziale, per aumentare le adesioni e ottimizzare le scelte previdenziali,
un superamento del regime fiscale che impone prelievi sui rendimenti annui invece che solo al raggiungimento dei requisiti
di pensionamento, come accade in gran parte dei paesi più industrializzati. E infine l’avvio di un piano di investimenti nell’economia
reale, utilizzando strumenti illiquidi in particolare al capitolo infrastrutture, al fine di indirizzare i contributi dei
lavoratori a sostenere l’economia del paese, in un’ottica coerente con gli obiettivi previdenziali. Un progetto pilota realizzato
da un consorzio di alcune fondi associati sta entrando nella fase operativa.
Un’agenda oggetto di un’interlocuzione con l’esecutivo ancora al palo e che stenta a decollare: nella manovra 2019 non sono
infatti previsti interventi strutturali a favore della previdenza integrativa, nonostante le richieste delle associazioni
di rappresentanza, delle parti sociali e della stessa Autorità di Vigilanza. Alle istituzioni e al nuovo Governo il presidente
di Assofondipensione ha ribadito in Assemblea la richiesta di un “confronto urgente per costruire un provvedimento organico
e complessivo in tema di previdenza complementare, con visione chiara degli obiettivi e degli strumenti a disposizione, partendo
dallo stato dell’arte attuale e dalle modifiche che stanno coinvolgendo il mondo del lavoro, il sistema di welfare, i mercati
finanziari”. Proprio l’andamento volatile dei mercati, soprattutto dei BTp che ha portato negli ultimi mesi in territorio
negativo il rendimento di molte linee a componente obbligazionaria, impone una migliore diversificazione che comprenda strumenti
a maggior redditività nel medio e lungo termine.
Sono intervenuti in Assemblea il segretario generale aggiunto Cisl Luigi Sbarra, il presidente Inail Massimo De Felice, la
direttrice del Comitato per l’Educazione Finanziaria Annamaria Lusardi e il presidente della Commissione di vigilanza sui
fondi pensione Mario Padula. Il numero uno di Covip si è soffermato sul l’entrata in vigore, il prossimo 13 gennaio, della
direttiva europea Iorp II che richiederà significativi miglioramenti nella governance dei fondi pensione, in particolare per
quanto riguarda la gestione del rischio.
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