Perché occorre cambiare l’Euribor?
L’European money markets institute (Emmi) sta cambiando la modalità di calcolo del tasso in modo da renderlo conforme ai requisiti
dettati dai principi adottati a livello internazionale e per evitare così l’insorgere di nuovi scandali finanziari che possano
coinvolgerlo come nel recente passato.
In cosa consiste la riforma?
Si passerà da un processo di calcolo basato sulle sole rilevazioni compiute da un panel di banche (20 al momento) a una metodologia
«ibrida» in base alla quale il tasso verrà determinato quando possibile attraverso gli effettivi scambi di mercato per le
diverse scadenze e, in assenza di transazioni, sulle stime del costo della raccolta effettuata dalle banche del panel.
Quali sono i tempi?
Emmi ha lanciato una consultazione pubblica fra operatori di mercato, associazioni di categoria e istituzioni su un documento
che conteneva anche alcuni test effettuati, che si è conclusa a fine novembre e i cui risultati saranno resi noti entro gennaio.
Il nuovo tasso dovrà comunque vedere la luce non oltre l’1 gennaio 2020.
Quali le conseguenze per i mutuatari?
Trattandosi di un cambio di metodo di calcolo e non di una vera e propria sostituzione del tasso, non dovrebbe essere necessario
aggiornare i contratti in vigore. Sotto l’aspetto pratico, inoltre, le differenze di valore fra i vecchi e i nuovi tassi che
emergono dai test sembrano minime (in media comprese fra 1 e 5 punti base) e a favore dei mutuatari.
Perché l’Euribor (e il suo successore) sono così importanti?
Perché a questo indice (che ha una durata da 1 settimana a 12 mesi) sono agganciati molti contratti bancari, derivati e prestiti.
Fra questi anche i mutui ipotecari a tasso variabile.
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