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Alitalia riduce le perdite ma brucia ancora cassa

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Alitalia riduce le perdite ma brucia ancora cassa

Ansa
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Alitalia riduce le perdite ma continua a consumare la cassa. A fine 2018 i soldi in cassa erano pari a 506 milioni, esclusi i depositi in garanzia pari a 197 milioni, tra deposito presso la Iata costituito al commissariamento (103 milioni), cauzioni per leasing di aerei e per i contratti di copertura (hedging) sul carburante.

Le cifre sono state comunicate ieri dai tre commissari ai sindacati. I commissari hanno detto che l’azienda ha chiuso il 2018 con una riduzione delle perdite, il margine operativo lordo (Ebitda) è negativo per 154 milioni. Pertanto - stando a queste comunicazioni - la perdita gestionale è dimezzata rispetto ai -312 milioni del 2017. In queste cifre non sono però compresi gli ammortamenti, gli interessi passivi e le tasse. Se si tiene conto anche di queste voci la perdita netta è molto più alta di quella dell’Ebitda.

Tuttavia non sono state fornite cifre ulteriori. Ipotizzando la continuità aziendale, nella relazione sui dati consolidati al 30 giugno 2018 i commissari di Alitalia avevano dichiarato un Ebitda pari a -123,7 milioni e una perdita netta pari a -315,2 milioni (rispetto a -572,6 milioni nel 2017).

Nel negoziato con le Ferrovie dello Stato, che stanno trattando l’acquisto di Alitalia, i commissari hanno detto che il 2018 è andato «meglio» dell’anno precedente, senza dare la cifra. In via ufficiosa si parla di una perdita netta inferiore ai 400 milioni, su un giro d’affari in crescita superiore ai 3 miliardi. Dati tutti da verificare.

Poiché la procedura di cessione è ancora lontana dalla conclusione, c’è attenzione sul consumo della cassa. Quando finiranno i soldi? Al 30 giugno 2018 la cassa esclusi i depositi era pari a 763 milioni. Sei mesi dopo, a fine 2018, la cassa era scesa a 506 milioni. La cassa origina dai 900 milioni del prestito statale, che deve essere restituito entro il 30 giugno prossimo. Oggi Alitalia non avrebbe i soldi per rimborsarlo.

Ci sono allarmi di un rischio di esaurimento della cassa nel prossimo maggio, non confermati da fonti aziendali. Secondo fonti confidenziali, nei contatti con Fs e il Mise i commissari avrebbero detto che la cassa basterà fino a settembre-ottobre e forse anche oltre. Ora la cassa è scesa sotto i 506 milioni di fine 2018, perché gennaio è un mese di minori vendite, lo stesso accadrà in febbraio.

I commissari hanno sospeso l’ingresso in flotta di tre nuovi Airbus 321neo previsto questo mese, in sostituzione di tre jet più vecchi, che era stato preannunciato da Luigi Gubitosi il 19 novembre, nel momento di dimettersi. Il congelamento è stato spiegato con l’esigenza di conoscere il piano flotta di chi comprerà Alitalia e del partner industriale che le Fs stanno cercando. Il negoziato è con Delta insieme a Air France-Klm, oppure c’è l’opzione Lufthansa. Ma il mancato arrivo dei nuovi aerei potrebbe essere legato anche ad esigenze di cassa.

Ai sindacati è stato presentato il nuovo capo del personale Alitalia, Domenico Galasso, appena uscito dal Sole 24 Ore. Prende il posto di Luciano Sale, in uscita nei prossimi giorni per approdare a Telecom Italia, chiamato da Gubitosi con il quale aveva già lavorato in Wind e in Alitalia. I commissari devono pronunciarsi, con il Mise, sulla richiesta delle Fs di proroga del negoziato. L’offerta d’acquisto scade il 31 gennaio. Le Fs a quanto risulta hanno chiesto due mesi di proroga, non un mese come finora emerso.

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