Il colosso dei supermercati Coop, in affanno, cerca la strada del rilancio. Secondo indiscrezioni Alleanza 3.0, colosso della grande distribuzione del mondo cooperativo, sarebbe in procinto di affidare una serie di incarichi a consulenti finanziari e industriali per la realizzazione del piano industriale e finanziario. Secondo i rumors ci sarebbero discussioni, sul lato finanziario, con la banca d’affari Rothschild e sul lato piano industriale con Boston Consulting Group.
Coop Alleanza 3.0, nata tre anni fa dalla fusione delle tre cooperative di consumo emiliane di Modena, Reggio Emilia e Bologna (le coop Nordest, Estense e Adriatica), colosso da 5,6 miliardi di giro d’affari consolidato, è sotto pressione.I riflettori sono sulla gestione ordinaria e caratteristica negativa negli ultimi due anni, subito dopo la fusione, con costi superiori ai ricavi. Colpa, in parte, anche del momento poco favorevole per la grande distribuzione.
La cooperativa ha perso 310 milioni nella gestione ordinaria in due anni: “rosso” mitigato dalla gestione finanziaria. Il 2016 si è chiuso in positivo per oltre 6 milioni. Ma a livello di capogruppo il totale delle vendite (4 miliardi e 98 milioni) è inferiore rispetto ai costi: con una una perdita di 94 milioni . A riportare in attivo i conti sono i proventi finanziari, per 197 milioni. Il 2017 è stato peggiore. Coop Alleanza 3.0 ha chiuso con un rosso di 37,6 milioni e un calo delle vendite dell’1,6% sul 2016. Anche questa volta a salvare i conti è stata la gestione finanziaria, positiva per 149,9 milioni.
Certo, ci sono fattori positivi: come i flussi di dividendi che arrivano dalle partecipate - Unipol (controllata al 22,14%), Igd Siiq (40,92%), Robintur (100%), Coop Luce & Gas (56%) e Distribuzione Roma (97,7%) - oltre che la valorizzazione immobiliare, realizzata con fondi immobiliari. Finora la gestione finanziaria ha sempre prodotto risultati positivi grazie agli investimenti: la maggiore voce è quella degli investimenti in Btp italiani. Ci sono 2,3 miliardi di patrimonio netto a fronte di un miliardo circa di debito.
Il piano industriale del gruppo presieduto da Adriano Turrini, datato febbraio 2017, è stato in parte realizzato: con 700 ricollocamenti del personale e rifocalizzazione sul core business. Ma non basta: è arrivato un nuovo direttore generale, Paolo Alemagna, ed il nuovo piano è stato rivisitato e sarà pronto fra una ventina di giorni. Il lavoro da fare resta parecchio: non è ancora finita la riorganizzazione fra le 122 controllate nate dal matrimonio, ma obiettivo sarà riportare in attivo la gestione caratteristica oltre che migliorare i flussi di cassa.
Il concorrente Esselunga, per fare un esempio, guadagna dalla gestione ordinaria circa 400 milioni all’anno: anche se c’è da tenere conto che i supermercati coop hanno anche finalità mutualistiche e sono presenti anche in aree geograficamente poco redditizie del Paese. Poi ci sono le cessioni: quelle di asset immobiliari (come gallerie commerciali) ritenute non strategiche, ma anche la vendita delle società Farmacie Comunali (con advisor Mediobanca) dopo la vendita della rete di distributori Carburanti 3.0 al fondo Vega. Non è invece prevista la cessione del polo televisivo: Trc, di proprietà di Coop Estense, passata insieme a Trc Bologna e TeleReggio in TrMedia.
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