Andamento titoli
Vedi altroSTOCCARDA - È stato un anno difficile per Daimler. E non poteva essere diversamente in una fase segnata dalla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina e dal via ai nuovi criteri di omologazione Wltp, oltre che da forti investimenti per l’auto elettrica e dalla competizione sui prezzi. Ma anche l’incremento nei costi delle materie prime e fluttuazioni valutarie hanno pesato.
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La casa della stella a tre punte aveva avvisato in giugno, con un profit warning, che i risultati sarebbero stati meno brillanti e i dati del quarto trimestre e dell’intero 2018 ne sono la conferma.
I ricavi sono comunque cresciuti del 7% a 46,6 miliardi di euro nell’ultimo quarto dell’anno e del 2% a 167,3 miliardi nell’intero anno. Il risultato operativo (Ebit) è caduto del 22% sia nell’ultimo trimestre del 2018 a 2,7 miliardi (le attese degli analisti erano per 2,92 miliardi) contro i 3,4 dell’anno precedente che nel corso dei dodici mesi, a 11,1 miliardi contro i 14,4 del 2017. Quanto agli utili nell’anno è stata registrata una contrazione del 29% dai 10,6 miliardi del 2017 ai 7,6 del 2018 (le attese erano per 7,9 miliardi). Una grossa mano, in compenso, l’ha data la divisione dei mezzi pesanti, Daimler Trucks, con vendite in crescita del 10% (+11% in Asia) a 517mila veicoli, record storico. Una buona spinta è arrivata anche dai van (+5%) e dai bus (+8%).
Piatto il risultato di Mercedes-Benz, cresciuta del 4% nel quarto trimestre a 638mila veicoli ma rimasta ferma sui livelli dell'anno precedente (2,38 milioni) nel corso dei dodici mesi. I risultati sotto le attese hanno pesato in Borsa, dove il titolo Daimler è scivolato di oltre il 3% per poi chiudere con un -1,81% a 51,95 euro.
«Le condizioni del mercato sono state tutt'altro che semplici, abbiamo avuto forti venti contrari – ha dichiarato durante la conferenza sui risultati finanziari il ceo di Daimler, Dieter Zetsche, alla guida dal 2006 e alla sua ultima uscita prima del passaggio del testimone all’attuale numero uno della Ricerca e sviluppo, lo svedese Ola Källenius – soprattutto a causa delle dispute commerciali. Questo ha avuto un impatto significativo sulle importazioni in Cina per i veicoli prodotti nei nostri impianti negli Stati Uniti». Nel 2018 Mercedes Benz ha esportato circa 30mila suv GLE e GLS dagli States in Cina.
Per il 2019 la previsione è di un leggero incremento delle vendite, grazie al lancio di una dozzina di nuovi modelli. Non mancano, tuttavia, le nubi all’orizzonte. «Ci sono diversi rischi di ordine geopolitico – ha spiegato Zetsche – e l’economia globale crescerà più lentamente, sotto il 3 per cento. Ma prevediamo che la domanda globale di automobili restarà ai livelli del 2018». La casa di Stoccarda stima un ritorno sulle vendite tra il 6 e l’8% per la divisione auto, sotto i target. «Non possiamo essere soddisfatti – ha aggiunto il ceo – ma è per questo che abbiamo iniziato a sviluppare le opportune contromisure» per tornare ai target dell'8-10% entro il 2021.
Nelle contromisure è incluso un piano di razionalizzazione dei costi ed efficientamento, visto che una buona redditività è essenziale per sostenere gli ingenti investimenti in ricerca, cresciuti a 9,1 miliardi (+4,5%) e che hanno portato tra l’altro al lancio dell’EQC, il primo Suv completamente elettrico della casa di Stoccarda. Entro qualche settimana usciranno i primi esemplari dalla catena di montaggio di Brema. EQC dovrebbe essere in vendita da metà anno mentre più avanti nel corso del 2019 inizierà anche la produzione in Cina.
Sempre riguardo agli investimenti andranno avanti sugli stessi livelli anche nel prossimo biennio: più di 18 miliardi di euro quest’anno e il prossimo, a cui si aggiungeranno 15 miliardi per proprietà impianti e attrezzature. In questo ambito rientrano progetti per nuovi motori termici a basse emissioni, elettrificazione, mobilità e connettività. «La situazione resta estremamente competitiva - ha aggiunto Zetsche - e il 2019 sarà un anno di grandi cambiamenti per noi. Stiamo rafforzando la nostra struttura, perché stiamo entrando rapidamente in nuove dimensioni negli ambiti della connettività, della guida autonoma e dei servizi di mobilità. Ognuno di questi ambiti rappresenta un’enorme opportunità».
«Daimler ha un urgente bisogno di misure per migliorare l’efficienza - ha commentato Arndt Ellinghorst, analista di Evercore ISI -. Al momento la redditività di Mercedes Benz e anche della divisione Trucks non tiene testa a quella dei concorrenti».
A dispetto delle difficoltà, tuttavia, il produttore tedesco ha saputo mantenere la leadership tra i marchi premium, seguita da Bmw e Audi. E guarda al 2019 come a un anno in cui sviluppare nuove alleanze, un trend ormai diffuso nell’industria dell’auto, sottoposta a enormi pressioni dal cambio di paradigma motoristico, con il passaggio all’elettrico, dalle nuove norme anti-inquinamento e dal contesto macroeconomico globale.
Dopo l’avvio in ottobre di una joint venture sul car sharing, non è escluso che maturino in futuro intese di tipo industriale
con il suo primo azionista privato, la cinese Geely (il presidente della controllante di Volvo, Li Shufu, detiene il 9,3% di Daimler). «Stiamo discutendo di altri aspetti, che
hanno una dimensione maggiore», si è limitato a commentare Zetsche. Ma vista la recente intesa tra le rivali Volkswagen e
Ford si può ipotizzare che tra i focus ci sia la condivisione di piattaforme per abbattere i costi. Sempre in tema di alleanze,
alla fine del primo trimestre sarà presentata la prossima tappa della collaborazione con Bmw sui servizi di mobilità condivisa.
«La sede della nuova società - ha precisato Zetsche - sarà a Berlino e le attività si articoleranno su 5 temi: mobilità on demand, car sharing, parcheggi, ricarica auto elettriche e noleggio con conducente».
Daimler ha anche confermato la prosecuzione della collaborazione con la società di elicotteri elettrici Volocopter - con sede a Bruchsal nel Baden Wuerttemberg - a cui partecipa con una quota dell’11%. «Abbiamo ottenuto la licenza per volarea Singapore - ha spiegato ancora il numero uno di Daimler - ma in questa fase non con sistema autonomo, bensì con pilota a bordo. Con questa attività riteniamo di essere più avanti rispetto ad altri competitor che si sono egualmente impegnati nella mobilità aerea».
In vista dell'assemblea degli azionisti del 22 maggio è stato proposto un dividendo di 3,5 miliardi (3,25 euro per azione), in calo dell’11% sull’anno precedente, prima volta dal 2010, quando a pesare era stata la grande crisi iniziata nel 2008. A 130mila dipendenti in Germania, nonostante il quadro generale, sarà versato un bonus di 4.965 euro, inferiore a quello di 5.700 euro del 2017.
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