Schiacciate come un tubo ormai vuoto di ketchup. Appiattite come sottilette. Sono le finanze di Kraft Heinz, nonostante il
controllo del celebre gruppo americano da parte di investitori di pedigree quali Warren Buffett e 3G Capital che ne avevano orchestrato la nascita con una fusione da 49 miliardi di dollari avvenuta quattro anni or sono
tra grandi celebrazioni e ambizioni.
Ebbene Heinz Kraft, con i suoi storici e popolari marchi di prodotti alimentari, deve fare i conti con la prima cocente sconfitta
della sua storia, con tutto l’imbarazzo del caso per i propri «padrini».
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Tra svalutazioni e inchieste
Il titolo Kraft Heinz ha perso fino al 28% a Wall Street. Cosa è successo? Il colosso alimentare ha annunciato giovedì a mercati
Usa ormai chiusi le svalutazioni di alcuni dei suoi marchi migliori per 15,4 miliardi di dollari, cosa che ha comportato una
perdita netta di 12,6 miliardi di dollari, 0 10,34 dollari ad azione, nel quarto trimestre. Il tonfo del titolo - alimentato
anche dal fatto che la Sec ha aperto un'inchiesta sulle sue pratiche contabili - sta costando caro alla Berkshire Hathaway
di Warren Buffett, che controlla il gruppo insieme alla brasiliana 3G Capital. Uno dei maggiori investimenti della conglomerata
americana sta costando al suo “Oracolo di Omaha” una perdita di oltre 3 miliardi di dollari
Kraft Heinz ha reso noto di essere impegnata a cooperare con le indagini delle autorità federali cominciate lo scorso ottobre sulle sue attività di procurement da 11 miliardi l’anno, pur indicando che l’impatto non dovrebbe essere «materiale». Materiale è stato però l’effetto in Borsa. Una miscela di cifre e notizie negative rivelatasi decisamente indigesta per non dire tossica per il titolo. A calmare gli investitori non è servita la parziale spiegazione che alle pressioni sui conti hanno contribuito imprevisti costi, alimentati dalle tensioni commerciali globali.
Luci e ombre a Wall Street
L’appannamento della stella di Kraft Heinz a Wall Street, infatti, non è inedito: l’ultima caduta ha coronato una fase di
flessioni tale da aver ormai dimezzato le quotazioni nell’ultimo anno. E da aver riservato simile sorte al valore delle azioni
in mano all’Oracolo di Omaha - il già menzionato Buffett - che per adesso deve accontentarsi di una scommessa assai poco brillante
per i suoi standard.
Il protratto scivolone appare umiliante anche e forse soprattutto per gli specialisti delle ristrutturazioni aziendali - a
base di tagli e risparmi - del fondo brasiliano-americano 3G Capital. I suoi executive saliti sul ponte di comando di Kraft
Heinz hanno limato ben 1,75 miliardi di spese annuali dalla nuova azienda, grazie a un rigido sistema battezzato zero-based
budgeting, forse giunto al capolinea ma comunque capace di fare scuola . Di sicuro la draconiana cura non è bastata a sopperire
a mancanze nelle strategia di crescita. Potrebbe aver anzi fatto male: questo suggeriscono apertamente gli analisti di JP
Morgan, affermando che i tagli potrebbero essere stati eccessivi e aver danneggiato marchi e vendite.
Doppia via d’uscita: vendita di marchi e nuovo merger
La generale debacle è stata ammessa nelle ultime ore dagli stessi vertici del gruppo tuttora dominati dai «golden boys» di
3G Capital. «Siamo stati troppo ottimisti sui risparm», ha indicato l’amministratore delegato Bernardo Hees. E il direttore
finanziario David Knopf, che in passato aveva scalato le classifiche dei top esecutive più giovani, ha aggiunto che a questo
punto non resta che la dismissione di alcuni marchi per i quali «non esiste un chiaro cammino verso il vantaggio competitivo».
Di più: uno snellimento, ha suggerito Knopf, potrebbe aiutare Kraft Heinz a promuovere una ulteriore grande fusione con un
rivale colosso alimentare e del largo consumo, vale a dire un ulteriore gigantesco consolidamento quale risposta alla crisi.
È stata tuttavia una «formula» a sua volta già tentata senza successo due anni or sono, quando Kraft Heinz aveva cercato un merger con Unilever.
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