Dopo le turbolenze degli ultimi tre mesi del 2018 i mercati finanziari nel primo trimestre si sono stabilizzati, con un andamento
che appare meno volatile. Tuttavia i rendimenti sembrano essere lontani da quelli dello stesso periodo dell'anno precedente.
A poche settimane dall'inizio della stagione delle trimestrali gli analisti continuano a produrre report accomunati dalle
medesime conclusioni: ricavi da trading in calo per le banche d'affari; fatturato e profitti medi in diminuzione per le aziende
del S&P 500, più accentuati se le società in questione commercializzano all'estero i loro prodotti.
Trade war, dollaro e frenata economia
Pesano su Wall Street e sull'economia americana le tensioni per la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, il dollaro forte
e il rallentamento dell'economia in Asia e in Europa. Secondo gli analisti di Wall Street, sentiti in un panel dalla società
di ricerca FactSet, le prime 500 aziende americane raggruppate nell'indice S&P nel primo trimestre avranno un andamento a
due velocità.
Le società del S&P 500
La crescita sarà più solida per le società che concentrano le loro attività negli Stati Uniti: gli analisti, per le aziende
che hanno più del 50% di vendite negli Usa, stimano una crescita degli utili dell'1% nei primi tre mesi dell'anno, rispetto
allo stesso periodo del 2018. Mentre, al contrario, le aziende americane che hanno più del 50% di vendite all'estero, secondo
le stime, vedranno calare in media i profitti dell'11,2 per cento, rispetto al medesimo trimestre dell'anno prima. “Gli investitori
– dice Rebecca Patterson chief investment officer di Bessemer Trust – hanno sottostimato l'impatto della guerra commerciale,
così come il rallentamento di Cina ed Europa”. I deboli dati congiunturali hanno contribuito al taglio delle stime di utili
degli analisti. Con una revisione al ribasso media degli utili per azione (Eps) del 6,6% per le aziende del S&P 500 dall'inizio
dell'anno.
Le banche d'investimento
La costante delle banche d'investimento americane è che va meglio rispetto all'ultimo trimestre dell'anno. Ma non così bene
se si confronta l'andamento dei primi tre mesi 2019 con lo stesso periodo del 2018. Un analista di Ubs in una nota sostiene
che le banche d'investimento soffriranno nel trading nel primo trimestre: prevede un calo del'11% nel fixed income, nel valutario
e nelle commodities, e una diminuzione dell'8% nell'azionario. Il chief financial officer di Citigroup Mark Mason conferma
che nel primo trimestre i mercati finanziari hanno avuto un buon andamento, ma rispetto ai primi tre mesi del 2018 si resta
su valori più bassi. Tanto che il cfo prevede per Citi un calo dei ricavi “a una cifra”.
“I mercati – ha detto Mason – non hanno ancora recuperato pienamente. Non bisogna dimenticare però che nel primo trimestre
dello scorso anno il nostro ramo azionario e la private bank avevano registrato davvero delle forti perfomance”. Dello stesso
avviso Daniel Pinto chief executive di Jp Morgan nel ramo corporate e investment bank che qualche settimana fa parlando all'Investor
day aveva detto che stima per il primo trimestre un calo significativo dei ricavi nel trading rispetto allo stesso periodo
dell'anno precedente.
Non aiuta gli investitori l'incertezza per la risoluzione delle dispute commerciali tra Stati Uniti e Cina. L'annunciato vertice tra Donald Trump e Xi Jinping del 27 marzo per la firma dell'accordo sembra slittare alla fine di aprile. Con rinnovate perplessità da entrambe le parti per raggiungere un'intesa.
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