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Perché le Borse corrono se i capitali fuggono dai fondi azionari?

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L'Analisi |dove va la liquidità

Perché le Borse corrono se i capitali fuggono dai fondi azionari?

Nell’ultima settimana i fondi azionari hanno registrato un anomalo exploit con ben 14,2 miliardi di dollari di flussi netti in entrata segnalati da Epfr Global. Una boccata d’ossigeno dopo una prima parte dell’anno decisamente difficile sul fronte della raccolta per i fondi equity che, nonostante il recente recupero, devono comunque fare i conti un’ondata di riscatti netti da inizio anno da 46,1 miliardi di dollari. Fino a una settimana fa il saldo dei fondi equity mostrava un segno meno per oltre 60 miliardi di dollari. Era dal 2008 che non si registrava un avvio d’anno tanto negativo. Anche nel 2016 ci furono deflussi simili.

C’è tuttavia una differenza sostanziale rispetto al 2008 e al 206. Nei primi due mesi e mezzo del 2008 l’indice azionario globale Msci World perse il 10% e nei soli primi 40 giorni del 2016 arrivò a perdere più dell’11 per cento. Quest’anno il mercato invece va decisamente bene dato che l’indice mondiale può vantare un solido +11 per cento.

Le Borse continuano ad andar bene nonostante chi dovrebbe metterci i soldi preferisce investirli altrove. Ad esempio nei bond a giudicare dai 65,7 miliardi di dollari di flussi netti raccolti dai fondi obbligazionari.

Nell’ultimo rapporto sui flussi di capitale gli analisti di BofA Merrill Lynch hanno provato a dare una spiegazione a questa anomalia segnalando i tre fattori che, a loro modo di vedere, hanno contribuito a sostenere il mercato azionario nonostante i riscatti dai fondi.

Il primo e il più importante è quello dei “buyback”, cioè le operazioni di riacquisto di azioni proprie da parte delle aziende. Una pratica a cui Wall Street ha fatto abbondante ricorso in questi anni per contribuire a sostenere le quotazioni di Borsa e che è stata utilizzata come mai prima d’ora in queste prime settimane dell’anno. BofA ha stimato da inizio anno buyback azionari per un ammontare record di 280 miliardi di dollari a livello globale. Per le aziende d’altronde è stato in molti casi conveniente riacquistare azioni proprie viste le quotazioni a sconto del mercato dopo lo storno di fine 2018.

Gli altri fattori che hanno contribuito alla ripresa del mercato azionario sono il boom di acquisti di opzioni call da parte degli investitori ed una ripresa delle attività da parte degli investitori retail che comprano direttamente sul mercato bypassando i fondi: da inizio anno BofA ha censito flussi netti di acquisto da questo canale per 13,2 miliardi di dollari. Nello stesso periodo dell’anno scorso gli investitori retail erano venditori netti di azioni per 5,7 miliardi di dollari.

L’anomalia di un mercato in rialzo con capitali in fuga riguarda in primo luogo le Borse dei Paesi sviluppati. Se nel caso dei Paesi emergenti la performance positiva degli indici (+9,47% il rialzo dell’indice Msci Emerging Market) riflette un dato positivo di raccolta dei fondi (15,7 miliardi netti da inizio anno) per le Borse dei mercati sviluppati ci sono ben 61,8 miliardi netti di riscatti a fronte di performance notevoli sia a Wall Street (+12.5% l’S&P 500 +15% il Nasdaq) sia in Europa (+12,8%).

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