Dialogo aperto con Fincantieri e China Eastern per la «nuova Alitalia». Dopo il ritiro di easyJet c’è grande frenesia per trovare altri partner per la cordata che le Ferrovie dello Stato stanno cercando di organizzare per acquisire le attività di Alitalia dai commissari. C’è già la disponibilità di Delta Airlines a prendere il 10% della nuova compagnia, confermata dall’a.d. Ed Bastian nell’incontro con l’a.d. di Fs, Gianfranco Battisti. Delta sarebbe il partner industriale e curerebbe i voli di lungo raggio, per difendere la posizione di supremazia che ha nella joint venture transatlantica con Air France-Klm e Alitalia contro il rischio che Alitalia passi a Lufthansa.
Mancano soci che rilevino il 45% della «newco». Perché le Fs _ uno dei paletti di Battisti _ non vogliono prendere più del 30%, per non caricarsi di rischi eccessivi e non indebolire le capacità d’investimento nelle ferrovie. Il ministero dell’Economia è disponibile a convertire nel 15% della «newco» parte del prestito di 900 milioni concesso ad Alitalia.
Il governo insieme a Fs sta cercando di coinvolgere altre società pubbliche. Dopo il no di Eni, Leonardo-Finmeccanica e Cdp, è in corso un’interlocuzione con Fincantieri, controllata per il 71,6% da Cdp attraverso Fintecna e quotata in Borsa. Fincantieri appare quanto di più distante ci sia da un’aviolinea, perché fabbrica navi.
Tuttavia la società guidata da Giuseppe Bono è entrata nella ricostruzione del ponte crollato a Genova del gruppo Atlantia-Autostrade per l’Italia, pertanto è stata sondata anche su Alitalia. Fincantieri ha visto le carte ed è al tavolo.
Non trovano conferma - almeno in questa fase - le voci che indicherebbero una disponibilità a sottoscrivere il 10% della «newco», per un impegno fino a 100 milioni di euro. Fincantieri avrebbe difficoltà a spiegare ad azionisti e finanziatori perché investe in una compagnia aerea. A meno di una contropartita adeguata o una garanzia di rimanere indenne da perdite. Una risposta definitiva di Fincantieri però ancora non c’è.
Un chiarimento potrà esserci quando sarà meglio definito il piano industriale e sarà chiarito se vi sarà un presenza più robusta di partner industriali rispetto al 10% di Delta. In quel caso una presenza “di contorno” non sarebbe esclusa.
In parallelo sono in corso contatti condivisi tra Delta e Fs in Cina, per verificare se è disponibile a entrare in Alitalia China Eastern, la compagnia di Shanghai che è partner di Delta e dell’alleanza Sky Team. Delta e Eastern sono azioniste di Air France-Klm, con l’8,8% ciascuna. L’a.d. di Delta Bastian in questi giorni è in Cina. Delta sta sondando anche altri vettori suoi partner.
Attraverso Mediobanca, advisor di Fs, è stata interpellata Atlantia, che controlla Aeroporti di Roma. La società che fa capo ai Benetton esclude un interesse, perché ha già partecipato a due round di ricapitalizzazioni di Alitalia (nel 2008 e poi con Etihad) e poiché la presenza di Alitalia a Fiumicino è ridimensionata (vale il 29% dei ricavi aeronautici). Anche qui tuttavia la partita non sarebbe del tutto chiusa.
Novità sui conti di Alitalia emergono da un documento riservato presentato ai ministeri dell’Economia, Sviluppo economico, Trasporti e al cda Fs, visionato dal Sole 24 Ore. Secondo questi dati nel 2018 i ricavi totali sono aumentati da 2.966 a 3.071 milioni (3.016 milioni nel 2016). Il risultato operativo dopo gli ammortamenti (Ebit) nel 2018 è -343 milioni, rispetto a -496 milioni nel 2017 e -360 milioni nel 2016. Una fonte spiega che nel 2018 sono contabilizzate partite straordinarie positive per 57 milioni, per cui le perdite normalizzate dell’Ebit sarebbero in realtà pari a -400 milioni.
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