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Caso Ghosn, adesso anche Renault si schiera contro l’ex ceo

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Servizio |«violazioni etiche e pagamenti sospetti»

Caso Ghosn, adesso anche Renault si schiera contro l’ex ceo

(Reuters)
(Reuters)

Proprio nel giorno in cui Carlos Ghosn - in libertà vigilata a Tokyo - ha rotto il silenzio preannunciando via twitter che l’11 aprile dirà la sua verità in una conferenza stampa, dalla Francia arrivano per lui brutte notizie che potrebbero influire negativamente sul suo destino giudiziario in Giappone.

Dopo un Cda, Renault ha ufficializzato di aver riscontrato pagamenti sospetti e violazioni dell’etica del gruppo da parte di Ghosn.

La casa francese ha reso noto di aver informato l’autorità giudiziaria francese di «problemi potenziali riguardanti pagamenti effettuati da un distributore di Renault in Medio Oriente», dopo una indagine interna da cui sono emerse «pratiche discutibili e nascoste, e violazioni dei principi etici del gruppo». Inoltre una inchiesta esterna concentrata sulla joint venture di diritto olandese RNBV «indica serie carenze in termini di trasparenza finanziaria e procedure di controllo delle spese». Un esempio di cui si era parlato nei giorni scorsi è quello della accertata disponibilità di tre jet di cui in precedenza non si sapeva nulla.

Il Board ha infine annunciato che non pagherà la parte variabile del suo pacchetto di compensi per il 2018 (che si aggiunge allo stipendio base fisso di un milione di euro) e che ridurrà parte dei benefici pensionistici (per un valore di 765mila euro l’anno).

La posizione dell’ex presidente e ceo di Renault e Nissan, dunque, si aggrava in modo pesante. Inizialmente Renault aveva preso le distanze dal partner Nissan, che aveva collaborato con la magistratura giapponese per «incastrare» il top manager (arrestato a Tokyo nel novembre scorso con l’accusa di aver sottostimato i suoi compensi nei report alle autorità di Borsa). Molti avevano pensato a un complotto nato nel Sol Levante per opporsi ai piani di Ghosn per una sostanziale fusione tra i due gruppi. In seguito Renault aveva cominciato a riscontrare dubbi di irregolarità, ad esempio sulle spese per il faraonico secondo matrimonio di Ghosn a Versailles.

Alle incriminazioni iniziali sui compensi alla Nissan sottostimati per un totale di 82 milioni di dollari , in Giappone si sono aggiunte altre accuse sui rapporti intrattenuti da Ghosn con distributori in Medio Oriente . Un fronte che ora si è aperto per lui anche in Francia: secondo le indiscrezioni già filtrate nei giorni scorsi, Renault ha allertato la magistratura transalpina dopo aver scoperto che milioni di euro in pagamenti contabilizzati come incentivi per il distributore dell’Omana SBA sarebbero finiti per lo più a una società libanese riconducibile a persone vicine all’ex ceo. La Nissan aveva contestato il fatto che la sua filiale regionale avesse erogato oltre 30 milioni di dollari alla SBA.

L’interesse mediatico per la conferenza stampa di Ghosn di settimana prossima è assicurato.

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