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Aria di rivolta nel Santander: soci contro il vice-presidente per Orcel

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Aria di rivolta nel Santander: soci contro il vice-presidente per Orcel

Andrea Orcel (Ansa)
Andrea Orcel (Ansa)

LONDRA - Da Londra parte la guerra al Santander per il Caso Orcel, il super-banchiere italiano ripudiato a un passo dall'altare del colosso bancario spagnolo. Venerdì prossimo nella omonima città della Galizia, nel nord della Spagna, sede dell’istituto di credito iberico, uno dei big europei, si terrà l'assemblea degli azionisti. E si preannuncia una rivolta degli azionisti. A farne le spese rischia di essere il vice-presidente, Bruce Carnegie-Brown. Il 59enne top manager punta alla rielezione e invece potrebbe essere silurato per l'“Italian Job” diventato un pasticciaccio.

Dalla city, ISS e Glass Lewis, le due più grosse associazioni di raccolta deleghe al mondo, si preparano a dare battaglia: a tutti i loro clienti, ossia grandi investitori istituzionali (fondi pensione, assicurazioni, fondi comuni, ecc.), hanno consigliato di votare le sfiducia per punire la banca. Il motivo è proprio la spinosa vicenda Andrea Orcel, un fiasco colossale che ha danneggiato il colosso spagnolo, trascinato in un contenzioso che si preannuncia lungo e costoso: il 55enne banchiere italiano, da anni trapiantato a Londra, era in forza al gigante svizzero UBS ed era in procinto di passare proprio al Santander per una cifra stratosferica: 50 milioni di euro di ingaggio più uno stipendio annuale milionario. A un passo dalla firma, la banca ha fatto marcia indietro, scatenando l'ira di Orcel, ma anche facendo una pessima figura nei confronti del mercato. Carnegie-Brown, originario della Sierra Leone e capo anche dei consiglieri indipendenti, è a capo del comitato nomine e remunerazioni: dunque il pasticciaccio di Orcel ricade sotto la sua responsabilità. A lui viene rimproverata la mancanza di un'adeguata “due diligence” (attività di investigazione approfondita durante operazioni importanti).

Di qui l'affondo dei due Proxy Advisor, che sono voci pesanti sui mercati internazionali: le loro indicazioni sono seguite alla lettera dagli investitori professionali. E Santander è di fatto una public company: la proprietà è frammentata tra decine di fondi. La piazza più grossa è del fondo Fisher che ha il 19% della banca. Tra gli azionisti figurano anche le grandi banche americane da Goldman Sachs, a Morgan Stanley e Bofa-Merrill. Più grossi istituzionali, come gli austrialiani di Macquarie e l'americana Nortern Trust.

A inizio anno il primo gruppo bancario spagnolo ha rinunciato a sorpresa all'ingaggio del banchiere italiano destinato a diventare il nuovo chief executive officer (ceo) della banca con sede a Madrid, dopo aver lasciato la guida della divisione investment banking di Ubs. Santander aveva fatto un pubblico annuncio ai mercati a fine settembre 2018, come da prassi nei mercati evoluti dove le successioni ai ruoli chiave vengono annunciate mesi prima. La rinuncia da parte di Santander è stata attribuita alla richiesta di Orcel di incassare dal gruppo spagnolo i circa 50 milioni di euro di «deferred bonus» cumulati nei 7 anni ai vertici di Ubs.

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