Il music business si è rimesso a marciare grazie allo streaming. Lo si legge nei risultati del Global Music Report di Ifpi, ma anche nei conti di Vivendi, la media company del finanziere bretone Vincent Bolloré che controlla Universal Music Group, prima major del mercato musicale: Vivendi ha realizzato nel primo trimestre 2019 ricavi pari a 3,46 miliardi di euro, in crescita del 10,7 % (poco sopra le stime degli analisti che prevedevano 3,38 miliardi). La performance si deve principalmente al risultato positivo di Universal Music Group (+280 milioni) e al consolidamento di Editis France da febbraio 2019 (+89 milioni).
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Umg sempre più vicina alla cessione
Umg ha chiuso il primo trimestre con ricavi pari a 1,5 miliardi (+ 22,9%). Editis, per l’intero periodo, ha realizzato ricavi
pari a 134 milioni (-1,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ma comunque meglio nel confronto con febbraio
scorso). La buona performance di Umg è una gran notizia per il gruppo in vista della sempre più imminente apertura del capitale
a partner. Vivendi nella nota stampa, infatti, precisa che «sta continuando il processo di apertura della capitale di Umg,
come annunciato». Vivendi ricorda di aver fissato un obiettivo, in accordo con il management Umg, per vendere fino al 50%
del capitale a uno o più partner che possono accelerarne lo sviluppo e aumentarne il valore.
Una major da 30 miliardidi dollari
«Il processo di selezione delle potenziali banche partner e dei consulenti dovrebbe essere completato a breve, PWC è stata
incaricata di condurre la due diligence del venditore» che è in corso e dovrebbe essere completata nelle prossime settimane
e verrà fornita alle banche selezionate», precisa il gruppo spiegando che il processo viene e portato avanti «con calma, con determinazione e senza fretta». La major, secondo una valutazione diffusa da Morgan Stanley il mese scorso,
potrebbe valere intorno ai 30 miliardi di dollari.
Lo streaming premia Umg ma penalizza Canal+
Il punto debole di Vivendi nel trimestre è stato Canal+, il suo braccio televisivo, dove i ricavi sono calati del 3,3% a valuta
costante, a causa della perdita di abbonati in Francia. Se lo streaming paga (sotto forma di Spotify e Apple Music) sul segmento
musica, è sempre lo streaming (sotto forma di Netflix) a chiedere il conto alla corazzata di cui Bolloré controlla il 26,3%
delle azioni. La trimestrale, in ogni caso, piace alla Borsa di Parigi: le azioni Vivendi sono aumentate dell’1,1% a quota
26,56 euro alle 9.22 del 15 aprile. Quest’anno il titolo ha guadagnato il 25 per cento. Gli investitori accolgono infatti
con favore la futura vendita della partecipazione in Umg. Il ricavato, secondo gli annunci, sarà utilizzato per il riacquisto
di azioni e per potenziali nuove acquisizioni. Ma che musica, Vincent.
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