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I T-bond invertono la curva dei rendimenti: recessione in arrivo?

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I T-bond invertono la curva dei rendimenti: recessione in arrivo?

La curva dei rendimenti tra buoni del tesoro americani a dieci anni e a un anno giovadì 23 maggio si è invertita. È la seconda volta che accade da inizio anno, ed è un pericoloso segnale di recessione in arrivo. Pesano le tensioni prolungate sulla «trade war» tra Stati Uniti e Cina e i dati congiunturali negativi americani.
L’indice Pmi che registra l’andamento dell’attività manifatturiera, a maggio, nella sua prima lettura, è peggiorato di due punti, a quota 50,6, da 52,6 di aprile. Frenata maggiore da quasi un decennio, dal settembre 2009. Oltre le aspettative degli analisti che prevedevano un calo a 50,5 punti.

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Non è l’unico dato negativo. Le vendite di nuove case negli Stati Uniti in aprile sono scese del 6,9%, a 673mila unità. Il calo è deciso. Gli economisti stimavano un rallentamento al 2,8%. A marzo le vendite di nuove case avevano raggiunto le 723mila unità. Il livello più alto dall’ottobre 2007. Il declino di aprile arriva dopo tre mesi consecutivi di crescita. Gli americani vorrebbero riaprire i negoziati interrotti a inizio maggio e si sono detti disponibili per bocca del segretario al Tesoro Steven Mnuchin a individuare una data. Ma dalla Cina è arrivato un chiaro stop alle trattative con gli Usa che ha mandato in tilt in mercati: «Se vogliono davvero continuare i negoziati gli Stati Uniti dovranno, con sincerità, rivedere le loro decisioni sbagliate. Solo allora i colloqui potranno riprendere», ha detto Gao Feng, portavoce del ministro del Commercio.

Gli investitori hanno spinto gli acquisti sui bond, in contrapposizione con l’ondata di vendite che ha colpito i mercati azionari. La variazione sul mercato dei titoli di stato è stata chiara e decisa con il Tbond a 10 anni crollato di 8 punti base in poche ore: maggiore variazione in un singolo giorno di contrattazione dallo scorso primo aprile. Gli investitori sui futures dei fed fund scommettono su due tagli dei tassi monetari di un quarto di punto nella seconda metà dell’anno, e di un terzo taglio possibile nella seconda metà del 2010, dopo la pubblicazione delle minute dell’ultimo vertice della banca centrale americana che parlavano di atteggiamento attendista, ma «per adesso», senza preclusioni per il futuro.
I rendimenti su alcune emissioni, come i Treasury a dieci anni e a 30 anni sono scesi ai livelli minori dell’anno, e hanno funzionato da calamita per gli investitori, determinando rendimenti ancora più bassi. Giovedì i Tbond a dieci anni hanno toccato il 2,29%, ai minimi da ottobre 2017.

Così per la seconda volta da inizio anno il rendimento delle obbligazioni a dieci anni è sceso sotto al livello dei Tbond a un anno. La curva dei rendimenti inversi è un segno di recessione imminente. Il mercato obbligazionario americano ha seguito quello europeo, nel quale il Bund tedesco ieri è scivolato a un rendimento addirittura negativo, a -0,12%, per le preoccupazioni legate al voto per il rinnovo del Parlamento europeo di domenica prossima. Wall Street ormai crede che la guerra commerciale continuerà, che non ci saranno negoziati tra le due delegazioni a breve e che la amministrazione Trump tra 30-45 giorni imporrà altri dazi sui 300 miliardi di dollari di export cinese rimasto finora fuori dalle barriere tariffarie, in un paniere di prodotti tra i quali ci sono anche le sneakers, i giocattoli e l’elettronica di consumo. Le Nike e gli Iphone prodotti in Cina che colpiranno aziende e consumatori americani.

Il rendimento dei Tbond, che si muove inversamente al prezzo, ha seguito l’ondata di vendite che ha colpito i mercati azionari. Wall Street ha chiuso la giornata in calo, con il Dow Jones che ha ceduto 286 punti, ovvero l’1,1% a 25.490 punti, ma durante la seduta è arrivato a perdere oltre 400 punti.

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