Non sente la crisi il settore dell’aeronautica e difesa forte di un aumento del fatturato dell’8,6% contro +1,4% dell’anno precedente. Stabile l’Ebit al 10,6% dal 10,45 del 2017, secondo l’ultimo report della società di consulenza AlixPartners. Qualche sintomo di rallentamento si avverte nell’aviazione civile sotto pressione per l’aumento dei costi e per l’eccesso di capacità, nonostante il fatturato e il traffico continuino a salire. La spesa per la difesa non si arresta per il quarto anno consecutivo, trainata da Usa e Cina e dalle mega fusioni: l’ultima annunciata vede protagonisti Raytheon, che produce missili ed equipaggiamento militare e United Technologies, specializzata in motori ed elettronica per l’aviazione commerciale. Insieme potrebbero dare vita a un colosso da 74 miliardi di dollari in termini di fatturato.
Nel settore dell’aviazione civile resta caldo il tema della concentrazione specialmente in Europa dopo il fallimento di una serie di vettori come Primera, Cobalt, Skyworks, VLM nel 2018 a cui hanno fatto seguito Germania, Wow, Flybmi nel 2019.
In attesa di una soluzione per Alitalia, Norwegian continua ad essere nel mirino di potenziali acquirenti mentre Ryanair ha portato a termine la sua prima acquisizione con Laudamotion. A livello di settore, la profittabilità continua a calare: dall’8,5% del 2016 si è passati al 5,8% nel 2018 e si prevede di toccare il 5% nel 2019.Tiene il fatturato a 812 miliardi di dollari nel 2018 in crescita dell’8% con una previsione di un’ulteriore crescita del 7% nell’anno in corso.
«Il Nord America si conferma l’area più in salute per le compagnie aeree grazie al minore numero di operatori che vi operano rispetto all’Europa», commenta Michele Mauri, managing director di AlixPartners. Tuttavia anche gli States non si sottraggono al calo della profittabilità mentre a sentire il peso della crisi è ancora una volta il Medio Oriente. A sorpresa, in questa fase di incertezza le leading carrier stanno reagendo meglio delle low cost, queste ultime focalizzate sull’incremento dei posti offerti che pesano sulla redditività.
Sul fronte dei produttori di aerei, se nel 2018 Boeing e Airbus avevano consegnato lo stesso numero di velivoli (806 e 800 rispettivamente), nel 2019 è previsto per la prima volta un consistente sorpasso da parte del produttore europeo a causa delle difficoltà accusate dal Boeing 737Max: «Il distacco potrebbe toccare fino a cento velivoli a favore di Airbus con Boeing costretta ad affrontare grandi cambiamenti», ha aggiunto Paolo Rinaldini, managing director della società di consulenza. Sul settore della difesa, nel 2018 le spese militari si sono attestate a 1.742 miliardi di dollari (1.697 miliardi nel 2017, trainata da Usa (+7%) Cina, Giappone ed Europa: su 7 tra i 26 paesi europei aderenti alla Nato, le spese militari hanno toccato quota oltre il 2% del Pil, con Italia e Germania ferme al 2 per cento. Infine, una nuova fase di consolidamento è attesa in particolare nelle piattaforme integrate.
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