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Questo articolo è stato pubblicato il 11 aprile 2012 alle ore 07:00.

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Le nubi restano pesanti e per le imprese piemontesi il 2012 non pare svilupparsi sotto i migliori auspici. Gli ultimi numeri della congiuntura regionale, legati al quarto trimestre, vedono una produzione industriale che torna in rosso dopo quasi due anni di crescita ininterrotta, dunque sette trimestri consecutivi con il segno più. A mitigare i danni, portando l'indice a cedere solo lo 0,4%, c'è la ciambella di salvataggio dell'export, che per fortuna continua a rappresentare un elemento di sviluppo per le aziende locali.

Anche se i primi mesi del 2012 sono più riflessivi, il Piemonte può festeggiare il nuovo record assoluto per le vendite oltreconfine, salite nel 2011 a 38,5 miliardi, il top di sempre, in crescita dell'11,8% rispetto all'anno precedente. Sviluppo equilibrato su base territoriale, con ben cinque province su otto a toccare nuovi massimi, visti in precedenza nel 2008 alla vigilia della crisi finanziaria globale. Lo sprint maggiore è per Alessandria, +25,1%, trainata dal distretto orafo di Valenza che piazza oltreconfine ben 300 milioni in più rispetto all'anno precedente, soprattutto grazie al forte rincaro della materia prima.

In termini settoriali la performance migliore è per i macchinari, con una crescita che sfiora il 16% e che in valore assoluto (7,7 miliardi) è superata solo dalla voce 'mezzi di trasporto'. Se per le vendite oltreconfine il quadro resta favorevole, va detto che non tutte le aziende riescono ad intercettare questo trend. E i dati della nati-mortalità aziendale testimoniano la durezza della crisi sul territorio. Nel 2011 vi è una sola provincia piemontese, Novara, nella parte alta della classifica e solo altre tre (Verbano-Cusio-Ossola, Torino e Vercelli) presentano un saldo positivo, seppure più che dimezzato rispetto alla media nazionale. Per Cuneo, Asti, Alessandria, e Biella sono invece più le chiusure che le nascite. Come risultato, in Piemonte il tasso di crescita 2011 è pari ad appena lo 0,18%, a fronte dello 0,82 italiano, mentre in media in Piemonte due aziende al giorno hanno dichiarato fallimento.

Anche le previsioni non sono particolarmente positive. L'indagine congiunturale di Confindustria Piemonte e Unioncamere evidenzia l'indebolimento degli ordini, con oltre un terzo delle aziende in possesso di commesse per appena un mese mentre i saldi tra ottimisti e pessimisti su produzione e ordini peggiorano di dieci punti e scendono pesantemente in terreno negativo. Restringendo l'analisi a Torino il risultato non cambia, con previsioni negative nel primo trimestre 2012 per occupazione, produzione, e ordinativi. Il 26,7% delle aziende segnala ordini per solo un mese mentre i due terzi delle imprese evidenzia ritardi negli incassi da parte dei clienti. In discesa dal 26 al 21% anche la quota di imprese che intende investire per ampliamenti produttivi. Il tasso di utilizzo degli impianti scende al 68,9%, un punto in meno rispetto alla precedente rilevazione. L'indicatore resta di oltre dieci punti al di sopra dei minimi toccati durante la fase più acuta della crisi ma l'ultimo dato è preoccupante perché interrompe la fase di recupero avviata a metà del 2010.

In uno dei settori trainanti del territorio, l'indotto auto, la debolezza del mercato interno ha spinto le aziende ad accelerare oltreconfine, anche in mercati nuovi. Così, ad esempio, la quota di esportazioni verso i paesi Bric è salita dal 6 al 9% in quattro anni, e le prospettive sono di una crescita ulteriore. A livello distrettuale, da segnalare il momento positivo per i comparti alimentari, con i vini di Langhe,Roero e Monferrato e i dolci di Alba e Cuneo che viaggiano già su livelli di export superiori ai livelli pre-crisi e che conquistano spazi crescenti soprattutto negli Stati Uniti e in Germania. Il monitor distretti di Intesa Sanpaolo segnala invece una fase di difficoltà per lo storico comparto del valvolame e delle rubinetteria del Verbano-Valsesia, le cui vendite oltreconfine sono ancora inferiori di oltre 200 milioni di euro (quasi il 20%) rispetto al livello record toccato nel 2008.

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