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Questo articolo è stato pubblicato il 12 marzo 2013 alle ore 09:51.

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Il risultato di questa impostazione sono cinque laboratori congiunti: a Pisa, con Ericsson (nato nel 2001, ha fatto da apripista) e con Telecom Italia; a La Spezia con Oto Melara (dal 2005); a Catania con StMicroelectronics (dal 2011). Ai quali si aggiunge quello realizzato nel 2003 a Tokyo, poi replicato a Pontedera, con Waseda University per mettere a punto una versione italiana del robot umanoide. «Sono esperienze emblematiche di un metodo: è nella nostra natura sperimentare e avere un ruolo d'avanguardia, con una forte sensibilità alle applicazioni e al rapporto con le imprese», dice Andrea Piccaluga, docente di management e delegato al trasferimento tecnologico della Scuola Sant'Anna.

La collaborazione con Telecom Italia, per esempio, ha fatto partire un master per la formazione di nuove figure professionali che nel prossimo futuro saranno utili al settore e all'azienda. Ma l'approccio è uguale in ognuno dei sei istituti di ricerca del Sant'Anna. «In molti casi, ci poniamo come suggeritori nei confronti delle aziende e la contaminazione intersettoriale è all'ordine del giorno, anche in settori non hi-tech», spiega Pierdomenico Perata, docente di fisiologia vegetale e prorettore della Scuola pisana. «Qui formiamo persone preparate a portare innovazione nelle aziende», aggiunge.
Dai laboratori di ricerca congiunti agli spin off, gli incubatori di startup, ai parchi tecnologici. «Le imprese nascono ma fanno fatica a crescere», dice Paolo Dario, docente di robotica biomedica e direttore dell'istituto di biorobotica della Scuola Sant'Anna, basato nel polo di Pontedera. L'idea di far dialogare ricerca, industria e territorio, si concretizzò qui nel biennio '95-97 grazie a Varaldo, all'allora primo cittadino di Pontedera, Enrico Rossi (oggi presidente della Regione Toscana) e a Giovannino Agnelli, in quel momento presidente della Piaggio.

All'esperienza di Pont-tech, che prosegue come parco tecnologico nella grande area dismessa dalla fabbrica della Vespa, si è affiancata dal 2002 l'attività formativa del Sant'Anna, con 12 docenti e 85 dottorandi. «Siamo come una bottega rinascimentale, dove pochi maestri formano tanti giovani - dice Dario -. Lavoro di squadra e multidisciplinarietà: è questa la vera scuola per diventare imprenditori del futuro».
La nuova frontiera è nell'interrelazione tra settori formativi. E nella definitiva affermazione di un «modello di graduate school d'eccellenza, molto orientato alla ricerca, a forte vocazione internazionale e nel contempo aperta all'esterno e sul territorio», come sottolinea Varaldo. Una formula che purtroppo ancora si scontra con la consolidata settorizzazione delle riviste scientifiche, che rende più difficile le pubblicazioni; e con le resistenze dei professori. «I docenti devono fare due passi indietro, per farne due avanti», suggerisce Perata. Che conclude: «I finanziamenti pubblici, inoltre, sono troppo mirati e creano rigidità per ottenerli».
Anche per questo la Scuola Sant'Anna punta a un ulteriore incremento della parte privata del suo budget.

IL RATING DEL SOLE
Il punteggio
Attraverso una griglia di 14 variabili ciascun distretto è definito nei suoi punti di forza e di debolezza. La Scuola superiore Sant'Anna di Pisa si distingue per un rapporto particolarmente fecondo con il mondo delle imprese
IL GIUDIZIO
PUNTI DI FORZA
1
APERTURA

Nel dna della Scuola superiore Sant'Anna c'è il rapporto con il mondo delle imprese, in particolare con quelle più innovative
ALTA
2
RICERCA

In una visione integrata con l'attività di formazione rappresenta la principale leva del polo pisano
BUONA
3
INTERSETTORIALITÀ

La contaminazione tra settori è utilizzata come elemento per arrivare meglio alla soluzione dei problemi dell'innovazione
DISCRETA
PUNTI DI DEBOLEZZA
1
DIMENSIONE PICCOLA

Una nicchia nel panorama universitario internazionale e anche italiano: è il limite principale alla realizzazione di progetti
BASSA
2
EQUILIBRIO TRA DISCIPLINE

A farla da padrona è ingegneria: un bilanciamento migliore dei dipartimenti sarebbe auspicabile
SCARSA
3
CONTINUITA' DI LEADERSHIP

In aprile sarà eletto il nuovo rettore e quello della "continuità" è uno dei problemi della futura leadership
INSUFFICIENTE

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