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Questo articolo è stato pubblicato il 04 giugno 2013 alle ore 18:09.

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Arte e bollicine. Due buoni motivi per una pausa rigenerante dello sguardo e dello spirito. Due leve turistiche per il Veneto che, oltre alla forza catalizzatrice del suo patrimonio naturalistico e storico-artistico, rilancia con eventi culturali di richiamo internazionale. Che non conoscono crisi. Succede con la Biennale di Venezia che, aperta il 1° giugno, richiamerà fino al 24 novembre circa 500mila visitatori, ben più dei 440mila del 2011.

La 55/ma Esposizione Internazionale d'Arte, dal titolo "Il Palazzo Enciclopedico", curata da Massimiliano Gioni e organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta, presenta tra l'Arsenale e il Padiglione Centrale ai Giardini 4.500 oggetti realizzati da 158 artisti di 37 Paesi. Ad affiancarla, 88 padiglioni nazionali, tra cui 10 presenze inedite: la Santa Sede, Angola, Bahamas, Regno del Bahrain, Repubblica della Costa d'Avorio, Repubblica del Kosovo, Kuwait, Maldive, Paraguay, Tuvalu. E 47 eventi collaterali in palazzi e luoghi della città. L'arte a Venezia per i turisti del mondo, insomma, e il mondo a Venezia per i turisti del mondo, di tutte le età. La Biennale è infatti sempre più a misura di famiglia, con attività educational e family area con fasciatoi, scalda-pappa e noleggio gratuito di passeggini (martedì/domenica ore 10-18, biglietti: da 14 a 25 euro; prevendite www.labiennale.org).

Code multietniche, in questi giorni, anche davanti a Palazzo Ducale, dove la Fondazione Musei Civici ospita la mostra "Manet – Ritorno a Venezia", coprodotta con 24 Ore Cultura – Gruppo 24 Ore e progettata in collaborazione con il Musée D'Orsay di Parigi. In luce finalmente il rapporto di Manet con l'Italia e in particolare con l'arte veneziana del ‘500, accostando l'Olympia, alla sua prima uscita dalla Francia, con la Venere di Urbino di Tiziano (in prestito dagli Uffizi), Le Balcon con Due dame veneziane di Carpaccio, Ritratto di Zola con il Ritratto di giovane gentiluomo nello studio di Lorenzo Lotto. Ottanta opere in mostra, tra dipinti, disegni e documenti, in 36 giorni (dal 24 aprile al 18 agosto) per 250mila visitatori: una media di 1.440 persone al giorno (dom/giov. Ore 9-19; ven/sab ore 9-20; biglietti 11/13 euro).

Piaceri dello sguardo, e anche del palato: perché non spingersi alla scoperta del prosecco? Arrivano dall'Austria e dalla Germania, dall'Inghilterra, dalla Francia e dalla Spagna, anche da Cina, Giappone, Russia e Stati Uniti, turisti curiosi di conoscere le terre di provenienza del prosecco: 280 milioni di bottiglie, di cui quasi 70 milioni Docg, prodotte nel 2012 e distribuite in 62 Paesi del mondo. "Il prosecco è il biglietto da visita del nostro territorio", dice l'esponente di una delle 3mila famiglie del prosecco, Gianluca Bisol. La zona di produzione del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, dove il prosecco è nato, comprende 15 comuni nella fascia collinare del trevigiano, equidistante dalle Dolomiti e dall'Adriatico: un paesaggio che ha meritato la candidatura Unesco. Lì, cantine grandi e piccole organizzano tour, degustazioni, eventi privati. Da visitare, anche la tenuta Val de Brun di Astoria Vini, casa colonica a Refrontolo dalla avveniristica cantina nuova, dove vengono lavorati oltre 35mila quintali di uve ogni anno.

Nel trevigiano continua, fino al 23 giugno, la Primavera del prosecco con degustazioni anche di produzioni di nicchia (www.primaveradelprosecco.it). Nel frattempo, Casa vinicola Zonin ha superato il +35% di ingressi nel museo "Una storia di vite", allestito nella sede storica di Gambellara (Vicenza): una conferma della tendenza di crescita per l'enoturismo, che ha infatti spinto Zonin a partecipare alla Bit 2013, proprio ampliare i contatti con il mondo del turismo.

Merito della famiglia Bisol, viticoltori dal 1542, è avere creato un nuovo circuito turistico in seguito alla scoperta, nel 2001, di tre piante del vitigno autoctono veneziano Dorona, che stava scomparendo. Nasce così il progetto Venissa, tenuta a Mazzorbo, nell'arcipelago che comprende Burano (l'isola del merletto) e Torcello, incoronata da Financial Times come "oasi di ospitalità di grande attrattività e originalità" (6 camere country chic). Nel 2012 ha prodotto le prime 4mila bottiglie da collezione e ha ottenuto la stella Michelin per il ristorante curato da due chef donna: Antonia Klugman e Arianna Della Valeria. Ristorazione gourmet dominata dal pescato e dalle erbe spontanee, espressione della biodiversità promossa dal nuovo consorzio di promozione di Venezia Nativa (30 operatori tra ristoratori, merlettai, pescatori) che propongono un'esperienza turistica autentica nella terra del primo insediamento dei veneziani. Obiettivo a 12 mesi: creare un albergo diffuso mettendo a disposizione le case dei pescatori.

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