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Pompei, otto mesi di passione

17 luglio 2014

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Impresa & Territori Made InTerzo crollo in tre giorni a Pompei. Puglisi (Unesco): «Non c'è più tempo da perdere, o viene giù tutto»

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Terzo crollo in tre giorni a Pompei. Puglisi (Unesco): «Non c'è più tempo da perdere, o viene giù tutto»

Una parete del Tempio di Venere crollata a causa delle incessanti pioggie (Ansa)Una parete del Tempio di Venere crollata a causa delle incessanti pioggie (Ansa)

La «grande bellezza» di Pompei perde ormai un pezzo al giorno: nella tarda serata di ieri, sempre a causa delle forti piogge che si sono abbattute sull'hinterland napoletano, è venuto giù un pezzo di muro di 2,5 metri d'altezza per quattro di lunghezza in via Nola, al civico 19, regio V, insula 2.

Una struttura che, a quanto risulta al Sole 24 Ore, già risultava in condizioni alquanto precarie, tanto che qualche settimana fa sarebbe stata oggetto di una specifica segnalazione alla direzione del sito archeologico da parte dei custodi. In queste ore sarebbe in corso una riunione straordinaria in soprintendenza, così da arrivare domattina a Roma, al summit chiesto con forza dal neo-ministro ai Beni culturali Dario Franceschini, con un dossier il più possibile dettagliato su quanto accaduto nell'ultimo weekend. Si è viaggiato al ritmo di tre crolli in tre giorni: prima la spalletta del quarto arcone del Tempio di Venere, quindi una porzione abbondante delle mura della tomba di Lucius Publicius Syneros nella cosiddetta necropoli di porta Nocera, adesso un altro episodio a via Nola. All'incontro di domattina in quel di via del Collegio Romano prenderanno parte il soprintendente incaricato Massimo Osanna, il direttore generale delle antichità, Luigi Malnati, il direttore generale del Grande Progetto Pompei, Giovanni Nistri. Come spesso è accaduto in questi anni, a partire dallo scempio della Schola Armatorum datato novembre 2010, i crolli intervengono con puntualità a sottolineare la situazione di grande confusione che si respira nell'area archeologica.

«Non c'è più tempo da perdere - è l'allarme lanciato dal presidente della Commissione Nazionale Italiana per l'Unesco, Giovanni Puglisi -: serve un piano di interventi straordinario, che metta in sicurezza l'intera area di Pompei dal punto di vista geologico e geo-idrico. Se questi terreni non hanno un drenaggio forte delle acque piovane, Pompei è destinata a crollare per intero». L'inserimento nella black list dei siti patrimonio dell'umanità è stato scongiurato, a dicembre scorso, con la consegna entro il termine stabilito del piano di gestione, ma le incognite sulle sorti del sito restano innumerevoli. Ancora vuota la poltrona di soprintendente: l'archeologo Massimo Osanna, designato dall'ex ministro dei Beni culturali Massimo Bray, per insediarsi continua ad aspettare il parere della Corte dei conti. Contro la sua nomina gioca la normativa sulla spending review nella pubblica amministrazione, suffragata negli ultimi tempi da una serie di pronunciamenti della magistratura contabile: Osanna è infatti un «esterno», ma la sua candidatura è stata preferita a quelle di tre dipendenti del Mibac. Insomma: i precedenti non giocano esattamente a suo favore. E le redini della soprintendenza pompeiana restano ad interim nelle mani del direttore generale per le Antichità Luigi Malnati.

Per provare a portarsi avanti col lavoro, Osanna si è comunque fatto vedere a Pompei nelle ultime settimane. Quanto alla task force istituita dalla Legge Valore Cultura (la 112 del 2013), al momento sono coperti solamente gli incarichi di direttore generale, con Giovanni Nistri, generale dei carabinieri, e quella di vice direttore vicario, con il funzionario del ministero Fabrizio Magani. Da definire tutti gli altri ruoli della squadra che avrà il compito di velocizzare l'attuazione del Grande progetto Pompei da 105 milioni cofinanziato dall'Ue (il bando per l'individuazione dei cinque esperti previsti a supporto del dg è uscito soltanto il 21 febbraio).

Un maxi-piano d'interventi che di maggiore velocità ha assolutamente bisogno: dalla primavera del 2012 a oggi è stato consegnato un solo cantiere, quello della Domus del Criptoportico per altro non ancora fruibile dai visitatori. A breve chiuderanno poi i lavori nella Casa delle Pareti Rosse. Si prosegue a piccoli passi: sarà dura spendere tutta la dote messa a disposizione da Bruxelles entro il termine prestabilito del giugno 2015. E intanto la «macchia» continua ad allargarsi, crollo dopo crollo.

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