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Pompei, otto mesi di passione

17 luglio 2014

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Impresa & Territori Made InUn progetto in salita e dai tempi stretti

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Un progetto in salita e dai tempi stretti

Inizia questa settimana il conto alla rovescia per Pompei, che entro la fine del 2015 dovrà essere rimessa a nuovo grazie alla dote di 105 milioni – 74,2 messi a disposizione dall'Europa e 29,8 dall'Italia – con cui procedere a opere di restauro, di adeguamento dei servizi e di messa in sicurezza dell'area archeologica. È una corsa contro il tempo quella che Giovanni Nistri – generale dei Carabinieri con un passato di comandante del Nucleo di tutela del patrimonio culturale e fino all'altro ieri responsabile della scuola ufficiali della Benemerita – si prepara a disputare in qualità di direttore del «Grande progetto Pompei», nomina arrivata il 9 dicembre ma formalizzata in questi giorni. Alla scadenza del 31 dicembre 2015, infatti, tutti i cantieri dovranno essere chiusi e i soldi spesi, pena la restituzione alla Ue delle somme inutilizzate.

Una vera e propria scommessa, visto che di interventi urgenti sistematici sul famoso sito si parla da marzo 2011, quando, dopo il crollo della Domus dei gladiatori, il Governo varò un decreto legge (il 34/2011) con una prima serie di misure per proteggere Pompei dall'inarrestabile degrado. Un anno dopo, quegli interventi hanno ricevuto l'iniezione dei fondi europei e ha preso corpo il Grande progetto, che però al momento è riuscito a far partire cinque cantieri, per un importo di poco meno di 7 milioni di euro. Il grosso, insomma, è ancora da fare. Senza dimenticare che ci si muove in una zona dove opera anche la criminalità organizzata, a cui gli appalti milionari per ricostruire l'immagine di Pompei fanno gola.

Un'impresa non da poco, dunque, in cui Nistri sarà coadiuvato da Fabrizio Magani, che lascia la soprintendenza regionale dell'Abruzzo per assumere l'incarico di vicedirettore del Grande progetto. I due, però, attendono ancora la struttura di supporto, di non più di venti persone, che si sarebbe dovuta creare – così come vuole la legge Valore cultura (legge 112/2013) – in contemporanea con la loro nomina. Entro l'8 dicembre, infatti, sarebbe dovuto arrivare un decreto ad hoc con il quale dare corpo allo staff, chiarire nel dettaglio i compiti di Nistri e Magani e specificare i mezzi a disposizione. Il provvedimento è stato messo a punto dai Beni culturali ed è stato spedito alla Presidenza del consiglio, che lo deve emanare (si tratta, infatti, di un Dpcm). A via del Collegio Romano contano di chiudere la partita entro fine mese. Per ora, dunque, a Nistri e Magani non resta che aspettare. Un problema in più per chi sa che il count-down solo all'apparenza dispone di un tempo lungo. Con tutto quel che c'è da fare, due anni sono infatti un attimo.

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