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29 maggio 2014

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Impresa & Territori IndustriaElectrolux: firmato l'accordo al ministero, giovedì l'incontro con Renzi

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Electrolux: firmato l'accordo al ministero, giovedì l'incontro con Renzi

Dopo sette mesi di analisi e negoziato è stato firmato a Roma l'accordo Electrolux.
Al ministero dello Sviluppo Economico, con il ministro Guidi, il viceministro De Vincenti, il sottosegretario al Lavoro e Politiche sociali Bellanova, erano presenti i presidenti delle quattro Regioni coinvolte (Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Lombardia).

La firma riguarda tutte le fabbriche e le produzioni italiane di elettrodomestici di Electrolux. «Un accordo di fondamentale importanza per la continuità produttiva, la competitività e la protezione dei posti di lavoro nelle nostre fabbriche», ha dichiarato Ernesto Ferrario, amministratore delegato di Electrolux Italia. «È stato un percorso complesso e sofferto e, se non fossimo stati in grado di raggiungere l'intesa, oggi ci troveremmo in una situazione davvero difficile sia dal punto di vista della continuità di business sia dal punto di vista della protezione dell'occupazione».

Si chiude così una fase "no stop" per arrivare a una rapida definizione della lunga e tortuosa trattativa Electrolux. Fin dalle prime luci di questa mattina i rappresentanti di Fim, Fiom e Uil, dopo un lungo lavoro sul verbale dell'accordo raggiunto, hanno presentato le controproposte sindacali all'azienda che si è immediatamente ritirata per esaminarle. Poi è ripreso il confronto diretto, finalizzato a chiudersi con la predisposizione di un testo condiviso, composto da una parte generale e da sei allegati.

Nel pomeriggio, il testo è stato portato alla valutazione di Regioni, ministero dello Sviluppo economico e ministero del Lavoro, ottenendo la sigla definitiva. Domani pomeriggio l'incontro con il presidente del Consiglio Renzi.

Nella parte generale dell'intesa si trovano le motivazioni economiche e industriali del piano aziendale di riorganizzazione, con gli impegni e le soluzioni scaturiti dal confronto: in particolare si fa riferimento al mantenimento degli impianti, alle specializzazioni produttive dei quattro stabilimenti e agli investimenti che verranno realizzati, al mantenimento dei livelli occupazionali per tutta la durata del piano, all'utilizzo degli ammortizzatori sociali, al piano sociale finalizzato ad affrontare il problema delle eccedenze occupazionali fino alle misure convenute per la riduzione del costo del lavoro.

I primi quattro allegati trattano in modo specifico tutti gli aspetti del piano industriale per le quattro fabbriche: Solaro, Forlì, Susegana e Porcia. Un altro è dedicato alla ridefinizione del diritto ai permessi, l'ultimo allegato riguarda l'incentivazione all'esodo, sia per pensionamento, sia per la ricollocazione esterna o per autoimprenditorialità. Il clima è di ottimismo: «Sono fiducioso – fa sapere il presidente della regione Veneto, Luca Zaia –. Va sottolineata la coerenza e correttezza dei lavoratori in questi mesi, e c'è stata anche la disponibilità della proprietà a delle modifiche. È stata una vertenza non facile».

In prima linea fin dall'inizio anche la presidente del Friuli-Venezia Giulia, Debora Serracchiani: «È stato trovato un accordo importante che da una parte individua uno spunto fondamentale per mantenere la produzione in Italia in tutti e quattro gli stabilimenti, compreso quello più fragile di Porcia. Dall'altro non si toccano i salari, si fanno interventi sulla competitività e c'è un impegno da parte dell'azienda a investire nelle fabbriche. Credo che alla fine anche l'intervento del Governo sulla diminuzione dell'Irap del 10% sia andato nella direzione giusta per attrarre impresa nel nostro territorio».
Una rapida conclusione è anche l'aspettativa dei sindacati, che ora guardano al prossimo passaggio: le assemblee per illustrare i contenuti dell'ipotesi di accordo cominceranno venerdì 16 maggio a Forlì».

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