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Pfu, una sfida da vincere

Giovanni Corbetta, direttore del consorzio EcopneusGiovanni Corbetta, direttore del consorzio Ecopneus

Così erano nati i depositi monstre come quello di Castelletto di Branduzzo, nell'Oltrepò pavese, il più grande accumulo d'Europa, ufficialmente 60mila tonnellate di gomme vecchie. Ecopneus, oltre a occuparsi della gestione ordinaria dei rifiuti pneumatici, d'intesa con il ministero dell'Ambiente, ha cominciato a smantellare proprio questi depositi storici «e ormai con Castelletto di Branduzzo stiamo svuotando il nono sito di accumulo – spiega il direttore generale del consorzio, Giovanni Corbetta – poi ne mancano ancora un paio e in Italia non ci saranno più grandi accumuli di pneumatici abbandonati».

Ogni anno si gettano in Italia circa 35 milioni di pneumatici (350mila tonnellate) smontati da auto, moto, camion, grandi mezzi industriali, trattori. Dal 2006 una direttiva europea ne vieta l'accumulo in discarica e ne impone il ricupero. Ma fino al 2011 non esisteva in Italia un sistema nazionale che ne gestisse la completa raccolta e recupero, né un attento monitoraggio delle attività e tracciamento dei flussi.
Il sistema è entrato in attività nel settembre 2011 ed Ecopneus - insieme ad altre strutture - rintraccia, raccoglie e manda al recupero una quota di gomme usate pari alla quota di mercato dei produttori soci, che sono responsabili della destinazione dei loro pneumatici.

Il sistema si fonda sul meccanismo di un contributo ambientale allo smaltimento che ogni consumatore paga insieme con il prezzo di un pneumatico nuovo. Tutto viene rendicontato e controllato dal ministero dell'Ambiente.
Come si smaltiscono le gomme usate? Tritati in granulato o in polverino, gli pneumatici vecchi diventano l'ingrediente degli asfalti drenanti, oppure pannelli antirumore per l'edilizia, componenti antisismici e antivibranti, campi di calcio sintetici. E anche diventano un combustibile pregiato al posto dei derivati del petrolio.
La contabilità ambientale del riuso è un esempio di sostenibilità. Non a caso il 10 giugno a Roma sarà presentato in un convegno il nuovo bilancio di sostenibilità realizzato con la Fondazione Sviluppo Sostenibile, con la quale Ecopneus collabora anche come membro del Consiglio nazionale della green economy. In questo terzo bilancio di sostenibilità, il consorzio ha cercato di misurare le attività in termini di contributo alla green economy e di leggere i risultati di raccolta e di recupero in chiave di benefici ambientali e sociali al Paese.

Però i funzionari dei diversi ministeri e parte dell'opinione pubblica (tranne quelli che vivono vicino ai depositi di gomme usate) hanno diffidenza nei confronti dei granelli e del polverino di gomma. Temono che sia un rifiuto. Temono che il riuso possa danneggiare l'ambiente. Temono che possa produrre danni alla salute. Così delle 250mila tonnellate raccolte da Ecopneus è stato possibile riutilizzarne solamente 80mila, e il resto finisce come combustibile. A quando l'inversione di rotta?

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