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Investitori al test della selettività

Potrà impattare il rialzo del rendimento dei Treasury visto che la Fed comincerà ad alzare i tassi dal 2015? Se quelli a lunga scadenza si alzassero violentemente, per esempio oltre il 4%, questo avrebbe ricadute anche sui governativi europei, ma è un'ipotesi remota al momento ed è probabile, secondo gli esperti, che i Treasury salgano fino al 3,5% nei prossimi sei mesi (oggi passano di mano al 2,5% circa).

L'investimento azionario può essere ancora interessante: ci sono abbondante liquidità e poche alternative sulla asset class obbligazionaria. «Chi ha rischiato negli ultimi tre anni - commenta Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos - può godersi i risultati; per chi non lo ha fatto non è consigliabile impegnarsi troppo adesso. È comunque rassicurante che il sentiment tra gli investitori Usa privati sia ancora basso: non c'è la corsa alle azioni ed è presumibile che dopo lo shock del 2008 un'intera generazione di investitori sia rimasta traumatizzata. Il rialzo è stato poi molto regolare: non ha avuto strappi tali da stimolare i giornali e da attrarre attenzione da parte di chi solitamente non ha azioni. Non si è creato nessun effetto euforia».

Secondo Fugnoli, «sull'azionario partiamo da quotazioni elevate. Gli Stati Uniti sono molto più avanti sul lato della ripresa, se andiamo avanti di questo passo con la discesa della disoccupazione, vicina a livelli fisiologici, in autunno potrebbe esserci un po' di volatilità sull'equity visto che le assunzioni a spron battuto aumentano i costi delle aziende e pesano sulla produttività. In prospettiva sono sicuramente più interessanti le azioni, ma, attenti alla volatilità».

Infine c'è l'opzione valutaria: comprare asset (bond e azioni) quotati in una valuta diversa dall'euro. «Ha senso - conclude Zanetti - anche la diversificazione valutaria, soprattutto dopo la forza dell'euro di questi ultimi semestri. Seguiamo con interesse la sterlina, perché l'economia britannica è più avanti nel ciclo dei tassi. In ottica di medio e lungo termine riteniamo interessante la scommessa sul dollaro. L'oro invece potrà essere interessante se tornerà a salire l'inflazione». Lo scenario degli investimenti si inquadra in un contesto decisamente particolare: a sei anni dal crack Lehman e a tre dall'esplosione della crisi del debito sovrano in Europa il sostegno delle banche centrali è ancora determinante per garantire l'equilibrio sui mercati. Uno dei possibili imprevisti nei prossimi mesi è legato al fatto che gli investitori potrebbero mostrare disappunto di fronte alle scelte o alle conseguenze delle politiche monetarie (inflazione, bolle finanziarie eccetera). Gli imprevisti possono arrivare anche da shock improvvisi di natura macro. La questione energetica è sicuramente centrale e quanto sta accadendo in Iraq e in Medio Oriente va attentamente monitorato. Insomma, i risparmiatori devono tenere gli occhi ben aperti nei prossimi mesi per non trovarsi brutte sorprese nei portafogli.

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