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Questo articolo è stato pubblicato il 17 ottobre 2014 alle ore 12:18.
L'ultima modifica è del 28 ottobre 2014 alle ore 20:45.

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CERNOBBIO. La parola d'ordine è sobrietà. Nello stile di vita, nella capacità di spesa, negli acquisti alimentari. La crisi picchia duro, spiega il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, e gli italiani stanno modificando le proprie abitudine. Ritornando a condividere il tempo con la famiglia, a riscoprire il valore del territorio e delle comunità locali, nonché l'economia reale e la tipicità di prodotti e sapori. Comportamenti nuovi che affondano le radici nel passato, studiati da un rapporto Coldiretti e Censis, presentato questa mattina a Cernobbio in occasione dell'inaugurazione del 14° Forum internazionale dell'agricoltura e dell'alimentazione.

Così, secondo lo studio, 6 italiani su 10 hanno ridotto gli acquisti alimentari: si tratta di 15,4 milioni di famiglie costrette a tirare ulteriormente la cinghia negli ultimi due anni. Una necessità che ha spinto il 48% delle famiglie a tagliare gli sprechi e il 12,3% addirittura a tagliare i consumi alimentari. Il 37% consuma come prima, il 2% del campione preso in esame dal rapporto, invece, ha aumentato gli acquisti. «La spesa diventa consapevole - spiega il presidente del Censis, Giuseppe De Rita - non è più condizionata solo dall'assenza di soldi o da atteggiamenti impulsivi». Insomma, la genuinità diviene tra i fattori principali che determinano le scelte dei consumatori «in una logica nuova dove quantità non vuol dire qualità».

Si spiega così anche il ritorno della “cucina povera” che utilizza gli avanzi, tagli minori, pesci poveri e, addirittura, gli scarti per risparmiare: è un chiaro ritorno alle diete naturali. Così come Censis/Coldiretti certificano la riscoperta del pranzo familiare. Si stima che sono 10,6 milioni le famiglie che ogni giorno della settimana consumano almeno un pasto insieme, 2,5 milioni (14,3%) addirittura consumano insieme pranzi e cena in tutta la settimana. Ma cosa si porta in tavola? Ebbene, un italiano su tre fa scorte in occasione di offerte promozionali mentre la metà delle famiglie dichiara di fare la spesa sulla base di una lista scritta in precedenza per non essere travolto dagli acquisti di impulso. «La pressione della crisi economica - sottolinea Moncalvo - spinge gli italiani a ponderare meglio la propria spesa e la scelta di non sprecare cibo è senza dubbio positiva poiché fa bene all'economia e all'ambiente».

Tuttavia, secondo il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina che parteciperà alla due giorni di Cernobbio, «il concetto di distintitività, alla base delle scelte dei consumatori itliani, è accolto ancora con molta superficilità da parte di molti osservatori». Invece è il motore che può sostenere l'economia agroalimentare e accelerare la ripartenza dell'intero made in Italy. Per questo Martina è pronto «a ridisegnare confini e competenze del ministero» che deve diventare uno strumento agile per garantire la crescita alla imprese e la sicurezza ai consumatori.

Le scelte compiute dal governo, prima con la definizione della Pac e poi con Sviluppo Italia e ora con la manovra economica, vanno in questa direzione. La Coldiretti è soddisfatta di queste misure. «Vanno nella giusta direzione - sottolinea Moncalvo - ma occorre fare di più perché l'agricoltura è un settore che crea occupazione (+5,4% nel secondo trimestre 2014) e ricchezza con l'export». Un export che ha bisogno di tutele contro le contraffazioni che sottraggono 60 miliardi di business e dalle omologazioni.

Questo è un tema centrale per l'organizzazione agricola che guarda con preoccupazione alle trattative sugli accordi commerciali in corso tra Unione europea e Stati Uniti. «Il confronto non deve essere condizionato dagli Ogm - conclude Moncalvo -. Sono un'opzione che favorisce solo multinazionali delle sementi e i 10 big dell'alimentazione ma rischiano di far scomparire intere realtà rurali in tutto il mondo. È uno scambio diabolico che va rigettato senza esitazioni: l'agricoltura italiana non ha bisogno di varietà geneticamente modificate».

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