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Questo articolo è stato pubblicato il 17 ottobre 2014 alle ore 16:53.
L'ultima modifica è del 17 ottobre 2014 alle ore 18:23.

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Due ingredienti su tre della pizza non sono italiani. La denuncia è del presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, che nell'ambito del Forum internazionale dell'agricoltura in corso a Cernobbio ha allestito un forno dove esperti e “originali” pizzaioli made in Italy hanno illustrato la ricetta tradizionale.

Si punta al riconoscimento come “bene immateriale”
Un patrimonio, quello della pizza, che punta al riconoscimento internazionale come “bene immateriale” da parte dell'Unesco. La raccolta di firme è partita, insieme all'associazione pizzaiuoli napoletani con la fondazione UniVerde dell'ex ministro dell'Agricoltura, Alfonso Pecoraro Scanio. «Il buon esito della domanda - sottolinea Moncalvo - avrebbe un valore straordinario per l'Italia che è il paese dove è più radicata la cultura alimentare e la pizza rappresenta un simbolo dell'unità nazionale».

Importate materie prime dall’estero
In Italia sono stati importati nel 2013 - spiega la Coldiretti - ben 481 milioni di chili di olio di oliva e sansa, oltre 80 milioni di chili di cagliate per mozzarelle, 105 milioni di chili di concentrato di pomodoro dei quali 58 milioni dagli Usa e 29 milioni dalla Cina e 3,6 miliardi di chili di grano tenero con una tendenza all'aumento del 20 per cento nei primi due mesi del 2014. Un fiume di materia prima che ha purtroppo compromesso notevolmente l'originalità tricolore del prodotto servito nelle 50mila pizzerie presenti in Italia che generano un fatturato stimato di 10 miliardi, ma non offrono alcuna garanzia al consumatore sulla provenienza degli ingredienti utilizzati. Così, secondo la Coldiretti, le pizze potrebbero essere prodotte con “Pomarola” del Brasile, olio “Pompeian” del Maryland e “Zottarella” venduta in Germania, ma anche pelati San Marzano fatti in California. Insomma, per Moncalvo «garantire l'origine nazionale degli ingredienti e le modalità di lavorazione significa difendere un pezzo della nostra storia, ma anche la sua distintività nei confronti della concorrenza sleale».

Ministro Martina: dal 7 novembre una consultazione online sulle etichette
In questa direzione appare sempre più importante l'utilizzo di etichette con la chiara indicazione della materia prima d'origine. In questa direzione il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, ha deciso di lanciare a partire da 7 novembre una consultazione sul sito del Mipaaf per sapere quanto ne sanno i consumatori e come possono essere rese più trasparenti ed efficaci.

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