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Questo articolo è stato pubblicato il 17 ottobre 2014 alle ore 18:36.
L'ultima modifica è del 17 ottobre 2014 alle ore 19:35.

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Il 92% degli italiani dice che le cose vanno male. Non nasconde la realtà lo studio Coldiretti/Ixe' presentato a Cernobbio nel corso del Forum internazionale dell'agricoltura e dell'alimentazione. Ma qualcosa sta cambiando, secondo il direttore del Centro ricerche, Roberto Weber: per la prima volta dal 2007 gli ottimisti sul superamento della crisi sorpassano i pessimisti con ben quattro italiani su dieci che vedono in un futuro il miglioramento della situazione economica italiana, con un aumento dell'11 per cento nel 2014 rispetto allo scorso anno.

L'effetto Renzi, dunque, in un solo anno si è fatto sentire anche sui pessimisti che però resistono e - precisano Coldiretti/Ixe' - scendono solo di quattro punti percentuali, al 32 per cento, mentre i fatalisti che non credono in alcun cambiamento calano di sette punti percentuali fino al 28 per cento. L'elevata tassazione è considerata dal 41 per cento degli italiani il principale elemento frenante delle possibilità di ripresa del Paese, ma il piano di Governo degli italiani che emerge dall'indagine indica anche la necessità di intervenire sull'area dell'illegalità, dalla corruzione (38 per cento) all'evasione fiscale (35 per cento), ma anche sul peso della burocrazia (27 per cento). Un interesse minore sembrano raccogliere la rigidità del mondo del lavoro (20 per cento), l'elevata spesa pubblica (19 per cento) e il funzionamento della giustizia (11 per cento). Va però sottolineato che quasi due italiani su tre (63 per cento) sono contrari alla diminuzione delle tasse in cambio di una riduzione dei servizi sociali e sanitari.

“C'è oggi un segnale forte di fiducia che deve essere colto per aggredire senza indugio ritardi storici che impediscono all'Italia di svolgere il ruolo che gli spetta nella comunità internazionale - ha dichiarato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo -. Ci sono il consenso e le energie per percorrere con successo un percorso di riforme necessario per tornare a crescere.”

Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, è pronto a fare la sua parte. “Abbiamo siglato con Coldiretti - ha sottolineato - un documento anti-contraffazione. L'obettivo è farlo firmare da più paesi possibile e se, nell'ambito del prossimo Expo, riusciremo a ridurre almeno del 10% il peso dell'italian sounding, ebbene avremo centrato l'obiettivo liberando 6 miliardi per lo sviluppo”.

Certo, la crisi è dura da battere come ha certificato il presidente di Coop Italia, Marco Pedroni. “I consumi - ha detto - si sono ridotti di due miliardi e altrettanti sono stati risparmiati dai consumatori che hanno comprato prodotti a prezzi più bassi”. Lo scenario che si apre, dunque, è chiaro: “Per la prima volta dal 2013 il consumatore accetta un compromesso sulla qualità concentrando la spesa su prodotti più economici di fascia più bassa”. Un problema “serissimo” secondo il presidente di Coop Italia, che apre interrogativi anche sulla sicurezza alimentare. Occorre, dunque, cambiare rotta dal momento che le private label, i prodotti a marchio proprio, non riescono a soddisfare la domanda del 40% della popolazione che sta soffrendo la crisi e l'ulteriore 20% che è già nella povertà. “Bisogna respingere la tentazione di concentrarsi sulle fasce più ricche - ha concluso Pedroni - e proporre prodotti di qualità a prezzo equo sviluppando accordi di filiera che hanno già prodotto risultati positivi sulla carne bovina e aprendo i punti vendita della Coop alla vendita diretta degli agricoltori”.

Il forum organizzato dalla Coldiretti in collaborazione con Ambrosetti si chiuderà domani. Alla giornata conclusiva parteciperanno, tra gli altri, Maurizio Martina (Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali), Gian Luca Galletti (Ministro dell'Ambiente) ma anche Phil Hogan (Commissario europeo incaricato per l'agricoltura) insieme a protagonisti dell'industria come Luigi Cremonini, presidente dell'omonimo gruppo, Biagio Mataluni presidente Olio Dante e Filippo Tramonti leader di Ghigi industrie alimentari.

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