Impresa & Territori IndustriaCrisi ed eccellenze, la regione bifronte
Crisi ed eccellenze, la regione bifronte
di Domenico Palmiotti | 11 novembre 2014

C'è la Puglia che fa parlare di sé e che con i suoi luoghi più belli diviene meta scelta da ricche famiglie indiane per sfarzosi matrimoni e la Puglia scossa dai venti della crisi. C'è la Puglia dove meccanica e meccatronica dell'area di Bari rappresentano un'eccellenza e la Puglia dove, da oltre due anni, il suo più grande gruppo industriale, l'Ilva di Taranto, è in una spirale che ha tante cause e dalla quale non riesce a venir fuori. C'è la Puglia che con le fusoliere in fibra di carbonio prodotte da Alenia Aermacchi a Grottaglie fa “volare” i Boeing 787 e la Puglia dove i grandi progetti, dal gasdotto Tap nel Salento alle opere a Taranto legate al giacimento petrolifero Tempa Rossa in Basilicata, fanno fatica ad andare avanti. Facce diverse di una regione. Convivono in particolare la Puglia che si afferma e quella che arranca, quella che valorizza risorse e potenzialità - basti pensare ai successi di agroalimentare e vino - e quella dove la recessione aggrava uno scenario già complicato da anni.
Partiamo dai dati. Quelli del recente rapporto Svimez, relativi al 2013, ci dicono che il Pil della regione ha segnato un decremento del 5,6%, che l'export registra un -10,4%, che la disoccupazione ufficiale è al 19,8% e quella giovanile entro i 24 anni al 49,7%. Numeri pesanti e che un rapporto di Unioncamere Puglia aveva anticipato segnalando (sempre per il 2013) anche il -7,9% degli investimenti fissi lordi e il -2,9% della spesa per consumi delle famiglie. Nei primi sei mesi dell'anno si registra, secondo i dati Istat, una crescita dell'export (+9,4% rispetto allo stesso periodo 2013) su cui pesa la ripresa delle esportazioni Ilva, ma un tasso di disoccupazione al 21%.
«Il 2014 va avanti sulla linea di questi anni, ovvero - spiega Domenico Favuzzi, presidente di Confindustria Puglia - una regione con una serie di aree di eccellenza che, ancora oggi, mantengono una forte dinamicità - penso al distretto della meccanica di Bari ma anche all'aerospazio, all'agroalimentare, al turismo e all'informatica - ma questo non basta a fermare una crisi che sta incidendo più del passato».
«Certo, il rapporto Svimez è terribile - osserva Loredana Capone, assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia - ma non dice nulla sulle cause. Non dice, per esempio, che se in Puglia sono diminuite le esportazioni (i dati Svimez, come detto, riguardano il 2013, ndr), lo si deve alla vicenda dell'Ilva visto il peso rilevante dell'acciaio sull'export. Analizziamo, quindi, le cause dei fenomeni recessivi ma per intervenire. Esempi: se nel Salento sblocchi l'ampliamento della Maglie-Leuca attivi un progetto da 288 milioni di euro con significative ricadute di indotto e di edilizia; se raddoppi la Termoli-Lesina, parte l'alta velocità sull'Adriatica, così come se parte l'alta capacità sulla Bari-Napoli, ovvio che anche noi cresciamo».