Economia

La produzione resta ai livelli del 2014

  • Abbonati
  • Accedi
Industria

La produzione resta ai livelli del 2014

i volumi

Il raggiungimento della quota

di sicurezza (600mila auto)

è legato all’andamento

degli stabilimenti Fca

di Melfi e Pomigliano

torino

La produzione di vetture in Italia nel 2014 resterà sui livelli dell’anno prima. Anno, il 2013, in cui in Italia sono state costruite 388.465 vetture. Meno della metà delle vetture “made in Italy” del 2004, il 2,1% in meno, in particolare, rispetto al 2012. Un calo costante dall’inizio della crisi, con veri e propri “tonfi”, come quello registrato nel 2008 – un terzo della produzione andata in fumo – e riduzioni a due cifre dal 2010 al 2012.

Secondo le previsioni del comparto, il dato sulla produzione – in attesa dei numeri ufficiali di FCA– potrebbe non seguire la ripresa delle immatricolazioni. Mentre cresce la produzione di veicoli commerciali leggeri. A incidere sull’andamento dei volumi produttivi, oltre alle dinamiche del mercato, è soprattutto l’andamento degli stabilimenti italiani di Fiat Chrysler. Bisognerà dunque aspettare il 2015 per invertire la rotta e registrare gli effetti positivi delle nuove produzioni. E provare a raggiungere un livello di produzione «di sicurezza» che, secondo i produttori della filiera dell’auto riuniti nell’Anfia, si attesta intorno alle 600mila unità.

Nello stabilimento lucano di FCA ad agosto è stata avviata la produzione di Jeep Renegade, da poche settimane quella della 500 X. Secondo le stime della Fim-Cisl, sono 123mila le vetture uscite dal polo di Melfi. A Pomigliano, sempre secondo le prime rilevazioni, sono state prodotte durante l’anno 161.786 Panda, il 6% in più rispetto al 2013. Dallo stabilimento campano escono poco meno della metà delle vetture costruite nel complesso in Italia. Sono state invece 36.100 le Maserati realizzate invece nel plant di Grugliasco, alle porte di Torino, nel corso del 2014. Un risultato che ha portato a fine anno un riconoscimento agli addetti di Grugliasco da parte di Fca, il premio Wcm, ma che ha lasciato invece aperto il tema dei 12 turni e del lavoro di sabato, sospeso da novembre scorso e per tutto gennaio.

«L’introduzione dei nuovi modelli – sottolinea Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim – ha fatto crescere la produzione di Melfi, ci si avvia verso una inversione di tendenza, con una saturazione delle produzioni nel polo lucano a partire da questo mese e la previsione di un rientro di tutti i lavoratori in cig nel corso dell’anno. Cresce molto la produzione in Sevel, dove si realizza il Ducato, che ha superato le previsioni e da gennaio ci aspettiamo il ritorno degli straordinari». Cassino e Mirafiori gli stabilimenti in attesa dei nuovi modelli. La Giulia dovrebbe essere presentata in primavera, entro fine anno è attesa la presentazione del nuovo modello per Mirafiori.

La Fiom, che qualche giorno fa ha presentato uno studio sugli stabilimenti italiani di FCA e Cnh, parla di una vera e propria delocalizzazione delle produzioni negli ultimi dieci anni, «un trasferimento – sottolinea Michele De Palma – a favore degli altri stabilimenti europei, a cominciare da Serbia e Turchia. Cosa che hanno fatto anche altre case automobilistiche, come la Volkswagen, mantenendo però le quantità produttive nei paesi di riferimento. Poniamo inoltre un tema di competitività, legato allo sviluppo di motorizzazioni di nuova generazione, ibride ed elettriche, su cui invece le altre case del lusso puntano».

© RIPRODUZIONE RISERVATA