Economia

Contratti, nove milioni in attesa

  • Abbonati
  • Accedi
Lavoro

Contratti, nove milioni in attesa

  • –Francesco Prisco

LA PLATEA PIÙ VASTA

Nel pubblico impiego interessati oltre tre milioni

di addetti in sei aree : scuola, università, ricerca, funzione pubblica, sanità e sicurezza

Dal terziario ai trasporti, dai bancari all'incredibile situazione degli statali, i cui trattamenti economici non vengono adeguati al costo della vita da ormai sette anni. In Italia sono circa 9 milioni, secondo le stime dei sindacati, i lavoratori dipendenti che alla fine del 2014 attendono il rinnovo del contratto nazionale di categoria, più di due terzi della complessiva platea di riferimento.

«Un quadro che preoccupa – secondo il segretario di Uil Paolo Carcassi – perché, se non riparte la contrattazione, non ripartono i consumi. E, se non ripartono i consumi, non riparte neanche la produzione». Tra i fattori che frenano maggiormente il confronto tra le parti sociali c'è ovviamente la crisi: difficile, con gli scenari congiunturali che hanno caratterizzato gli ultimi sei anni, vedere tavoli che procedono spediti alla sottoscrizione di un ccnl, senza che nascano situazioni di impasse, strappi e relativi scioperi.

E se fino a poco tempo fa il posto statale era l'oasi sognata da ogni lavoratore dello Stivale, qualcosa dev'essere irrimediabilmente cambiato: gli oltre 3 milioni di dipendenti delle amministrazioni pubbliche attendono infatti il nuovo ccnl dal 2007. Sei le aree contrattuali di riferimento: scuola, università, ricerca, funzione pubblica, sanità e sicurezza. «Stimiamo – commenta il segretario nazionale di Cisl Francesco Scrima – che il mancato rinnovo per gli statali, in tutti questi anni, sia costato ai dipendenti dai 2.800 ai 4.600 euro».

Per non parlare del blocco al turnover che ha assottigliato le fila dei lavoratori di settore di circa 300mila unità. Con pesanti contraccolpi in termini di gestione dei servizi. Complicatissima la partita che riguarda il destino dei 309mila bancari, ma il comparto con più posti di lavoro in ballo in questa fase è comunque quello di commercio e servizi: la metà dei 33 ccnl di riferimento attende il rinnovo, per complessivi 5 milioni di addetti. Si spazia da commercio e Gdo (3 milioni di addetti), senza rinnovo da un anno, al contratto degli studi professionali che regola l'attività di 1,2 milioni di persone, alle imprese di pulizia (500mila dipendenti), passando per agenzie di viaggio, termalisti, mense e coop.

C'è la crisi «che nel nostro caso – commenta Marco Marroni di Uiltucs – è arrivata più tardi e più tardi se ne andrà» ma, secondo Pierangelo Raineri di Fisascat Cisl, «gioca un ruolo anche la moltiplicazione delle controparti che ha difatti frenato alcune trattative». Sul versante trasporti, fanno sapere da Filt Cgil, «resta ancora tutta da definire la partita degli autoferrotramvieri», segmento nel quale operano 110mila persone, «mentre a fine 2014 scadrà l'accordo in vigore per i ferrovieri» che regola la vita lavorativa di altre 100mila persone. Sul versante del manifatturiero la situazione per ora sembra sottocontrollo. Certo, nel corso del 2015 scadranno contratti decisivi come quello dei metalmeccanici (1,6 milioni di addetti), quello dell'agroindustria (406mila) e quello della chimica (126mila). L'anno che volge al termine ha visto, in ogni caso, rinnovi importanti come quello degli edili (800mila persone) e soprattutto quello dell'agricoltura (1,2 milioni di lavoratori). Ultimo, in ordine di tempo, quello dei 24mila lavoratori della pesca, siglato una manciata di giorni fa con un aumento salariale del 5,8 per cento.

.@MrPriscus

© RIPRODUZIONE RISERVATA