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Questo articolo è stato pubblicato il 13 gennaio 2015 alle ore 16:15.
L'ultima modifica è del 13 gennaio 2015 alle ore 16:23.

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Stati membri europei sovrani nel decidere sulla coltivazione di organismi geneticamente modificati. L'Europarlamento ha infatti dato il via libera al testo di compromesso raggiunto circa un mese fa dal “trilogo” (ovvero fra lo stesso Europarlamento, il Consiglio dei ministri e la Commissione europea) sulla coltivazione di Ogm. L'accordo che sarà presto tradotto in direttiva, prevede che i singoli Stati membri possano decidere autonomamente se coltivare o meno Ogm sul proprio territorio indipendentemente dal fatto che tali Ogm siano stati approvati da Bruxelles.

Un nuovo quadro che mette fine ai contenziosi
In questo modo è stato definito un quadro chiaro su una materia (quella delle autorizzazioni alle coltivazioni Ogm) che nel recente passato è stata fonte di grandi contenziosi, molti dei quali avvenuti proprio sull'asse Roma–Bruxelles. Infatti secondo la precedente normativa un singolo stato membro non poteva rifiutarsi di coltivare semi Ogm che fossero stati autorizzati da Bruxelles. D'ora in avanti invece la decisione definitiva spetta al singolo paese che dovrà portare a sostengo del proprio stop motivazioni di carattere economico e agricolo.

Martina: un successo della Presidenza italiana
Soddisfatto il ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina: «la decisione – ha detto – rappresenta un successo della presidenza italiana, del ministro dell'Ambiente, Galletti con cui abbiamo lavorato a stretto contatto e che ha presieduto il Consiglio dei ministri dell'Ambiente. Un risultato non scontato e sul quale abbiamo lavorato da più di 4 anni. Si tratta di una scelta che risponde alle attese degli agricoltori e di tutti gli italiani che hanno a cuore la qualità, la tipicità e la distintività dei nostri prodotti agricoli e alimentari. In Italia – ha aggiunto il ministro – rinnoveremo il divieto di coltivazione del mais Mon810 e proprio nei prossimi giorni ci confronteremo con i Ministri Lorenzin e Galletti per procedere”.

Passi avanti rispetto al primo compromesso
L'accordo raggiunto dal Parlamento Ue contiene inoltre alcuni miglioramenti rispetto al testo approvato in prima lettura dal Consiglio Ue. In particolare è stato deciso che le valutazioni sui rischi ambientali e sanitari che sono di competenza dell'Agenzia europea per la sicurezza alimentare dovranno essere aggiornate ogni due anni per tener conto del progresso scientifico e del principio di precauzione. È stato anche stabilito che non è più obbligatorio il negoziato fra gli Stati membri e le imprese produttrici di Ogm, per giungere all'esclusione dei territori per i quali una multinazionale intende invece chiedere l'autorizzazione europea alla coltivazione. Di fatto invece i singoli Stati potranno optare per passare direttamente al divieto di coltivazione se si verificano le condizioni previste dalla stessa direttiva (e cioè le cause di carattere economico ed agricolo). E infine è stato previsto che gli Stati Membri, prima di introdurre il divieto di coltivazione, dovranno comunicare il relativo provvedimento alla Commissione europea ed attendere 75 giorni per il parere. Durante questo periodo di stand by gli agricoltori non potranno procedere alla semina dei prodotti interessati dall'ipotesi di divieto.

Soddisfatti agricoltori e ambientalisti italiani
Soddisfazione per la decisione dell'Europarlamento è stata espressa dalle organizzazioni ambientaliste (Greenpeace e Legambiente in prima fila) che hanno subito richiesto che l'Italia proroghi immediatamente il divieto di coltivazione a cominciare dai contestato mais Monsanto “Mon810”. Particolarmente positiva la reazione del presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, che ha ricordato come «il 76% dei cittadini italiani sia contrario alle coltivazioni Ogm. Senza considerare che in Europa i paesi nei quali si coltivano organismi geneticamente modificati sono 5 su 28: Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania. Complessivamente si tratta di 148mila ettari (137mila dei quali nella sola Spagna) sui 175,2 milioni di ettari coltivati al mondo». Positiva la reazione anche della Confederazione italiana agricoltori (Cia) per la quale la decisione «va nel senso di salvaguardare la tipicità dell'agricoltura italiana». Fuori dal coro infine la Confeuro per la quale «L'adozione da parte dell'Europarlamento della libera scelta in materia Ogm per i singoli stati Ue – ha detto il presidente Rocco Tiso – rappresenta un passo indietro verso la conoscenza e, con tutta probabilità, l'antefatto di un prossimo caos».

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