Economia

Shopping cinese di trattori italiani

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Industria

Shopping cinese di trattori italiani

  • –Rita Fatiguso

Le prospettive

Quello delle attrezzature

per l’agricoltura è ritenuto

uno dei cinque settori

a maggior potenziale

di sviluppo per l’Italia

PECHINO

La Cina è capace di obbligare i cittadini a un drastico cambio di dieta per consumare più patate e risparmiare grano, quindi non c’è da meravigliarsi del fatto che stia incentivando sistematicamente le aziende del settore agricolo ad internazionalizzarsi per acquisire le competenze necessarie a meccanizzare le produzioni.

L’Italia che vanta competenze preziose in questo campo è finita nel mirino di uno shopping orientato ad acquisire quel know how che alla Cina manca per migliorare le fasi della catena produttiva. Quello delle machine agricole è uno dei cinque pilastri individuati dall’ambasciata italiana per una concreta collaborazione con i cinesi.

Lovol Engineering, società del gruppo Foton Lovol International Heavy Industry, ha appena acquisito il pacchetto di controllo di MaterMacc, l’azienda di San Vito al Tagliamento (Pordenone) della famiglia Fiorido, il cui business negli ultimi anni si è concentrato sulla progettazione e produzione di seminatrici pneumatiche di precisione.

Foton Lovol è un colosso da 3 miliardi di dollari di fatturato di Weifang, nello Shandong, che produce macchine ed attrezzature per l’agricoltura sia macchine per le costruzioni, oltre a veicoli leggeri e motori diesel, vende oltre 142mila macchine per l’agricoltura e vanta centri R&D con oltre 1.400 persone in Cina, ma anche in Europa e Giappone. Lo scorso novembre è stata annunciata la messa a punto, in collaborazione con la South China University of Technology, di un sistema di guida satellitare automatica per macchine agricole che utilizza sia il Gps sia il sistema di posizionamento satellitare cinese Beidou. Un ulteriore punto di forza di Foton Lovol è costituito da un’aggressiva strategia di marketing che si basa sia sulle “demonstration farms” realizzate in diverse province della Cina, dove i clienti hanno la possibilità di provare le macchine. Quattro anni fa Foton ha impiantato a Bologna il proprio Agricultural Equipment European Technology Center, al quale è stato affiancato nel 2013 un Centro prove.

Anche Zoomlion Heavy Industry Science & Technology Development Co. Ltd. la prima società di macchine edili della Cina che ha acquisito l’italiana Cifa (betoniere) si è allargata al settore delle macchine agricole. Ad agosto 2014, Zoomlion ha acquisito Chery Heavy Industry e punta a diventare il leader in casa propria. Con Chery Zoomlion è andata all’ultima edizione di Eima, a Bologna.

Ma l’Italia ha anche una forte presenza in Cina per la produzione di macchine agricole, capeggiata da Maschio Gaspardo, azienda leader presente nello Shandong, dove questa estate ha aperto un nuovo stabilimento. L’interazione tra aziende cinesi ed italiani trova dunque terreno fertile.

C’è molto lavoro, gli agricoltori in diverse province, come Shandong, Zhejiang, Anhui, Liaoning, Xinjiang spesso hanno difficoltà a vendere i loro prodotti agricoli ai clienti finali a causa di molti fattori ma soprattutto per l’inefficienza nel trasporto dei prodotti provenienti dalle aziende agricole che causa un abbassamento dei prezzi di vendita. Secondo dati recenti fino al 25% di frutta e verdura marcisce prima di essere venduto; la media in un Paese sviluppato è del 5 %. Questi problemi di trasporto evidenziano le inefficienze nei meccanismi di mercato tra produttori (agricoltori e contadini) e consumatori finali. Il margine di profitto è molto basso e questo non permette loro di investire per migliorare i fattori produttivi (macchinari, sementi, concimi), aumentare la produttività e migliorare i loro standard di vita.

Le aziende italiane già presenti sul mercato cinese sono impegnate a sostenere queste esigenze, sia con macchine totalmente importate che con macchine parzialmente o totalmente localizzate e prodotte in Cina, in collaborazione con partner locali. Ricordiamo, infine, che l’Italia è sempre stata al primo posto nell’esportazione di macchine per imballaggio e confezionamento in Cina fino al 2011 (672 milioni di dollari Usa esportati) e che intende acquisire maggiori quote nel mercato cinese dei macchinari per imballaggio e confezionamento. La Cina è diventata esportatore netto di macchinari per la lavorazione alimentare a partire dal 2006 ed è attualmente il quinto Paese fornitore della Cina.

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