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Cdp: «Su Ilva faremo il possibile»

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Industria

Cdp: «Su Ilva faremo il possibile»

  • –Celestina Dominelli

Il paletto

In audizione alla Camera
i vertici hanno ricordato
che, per statuto, la Cassa

non può finanziare

le aziende in perdita

ROMA

«Stiamo cercando di fare tutto il possibile nell’ambito di quelle che sono le regole d’ingaggio di Cdp». Giovanni Gorno Tempini, numero uno di Cassa depositi e prestiti, è tornato ieri sul tema dell’intervento della spa di Via Goito sul dossier Ilva a margine di un’audizione alla commissione Attività produttive della Camera. «Stiamo cercando di dare il nostro contributo in termini di idee, di tempo, di persone e di finanza dove e come possibile per sviluppare il progetto, anche tramite la soluzione del contenzioso Fintecna». E su quest’ultimo tassello, ha poi aggiunto l’ad, spero ci siano presto buone notizie», che permetteranno all’Ilva di avere a disposizione dei fondi e «a Fintecna di chiudere il contenzioso».

Nessun niet a priori, quindi, rispetto a una possibile discesa in campo della Cassa. Quello che però Gorno Tempini ci ha tenuto a sottolineare è che qualsiasi soluzione non potrà non tener conto dei paletti statutari che impediscono a Cdp di supportare aziende che non abbiano i conti in ordine e adeguate prospettive di redditività. Un concetto che l’ad e il presidente Franco Bassanini hanno peraltro ribadito anche davanti ai deputati. «Cdp - ha ricordato Gorno Tempini - non può finanziare aziende in perdita», ma, nel caso di intervento «di forme di supporto a garanzia del nostro impiego» lo scenario «potrebbe cambiare» perché, in questo caso, Cassa sarebbe coperta dai rischi. Al momento, ha proseguito il numero uno, «siamo alla fase studio», insieme al governo, «di altre forme di intervento che non potranno però prescindere «dalle nostre regole».

Regole che servono a tutelare la mission di Cassa che, come ha ribadito Bassanini, raccoglie e gestisce il risparmio postale e deve tener conto delle indicazioni europee in termini di classificazione del debito pubblico, ma anche della disciplina sugli aiuti di Stato. «Siamo poi soggetti - ha aggiunto Bassanini - alla vigilanza, seppure speciale, della Banca d’Italia». Una serie di paletti che limitano quindi l’intervento della Cassa laddove non siano assicurati un adeguato ritorno per i risparmiatori e il rispetto dei vincoli europei. Il presidente di Cdp ha quindi ricordato che, nel corso del tempo, il raggio d’azione della Cassa si è significativamente ampliato come pure il contributo a sostegno del sistema-paese. «Nell’ultimo piano industriale - hanno sottolineato i vertici - Cdp continuerà a esercitare il ruolo di supporto dell’economia focalizzandosi sui motori sani dello sviluppo e mobilitando risorse fino a circa 90 miliardi di euro». Senza contare che, dal 2009, sono state mobilitate risorse per 58 miliardi, il cui grosso, ha precisato Gorno Tempini, «è il plafond Pmi, quasi 100mila imprese. Nel corso di quest’anno ne faremo una terza versione. Il nostro ruolo sulle imprese fino a pochi anni fa era nullo - ha aggiunto l’ad -. È figlio della crisi e del ruolo anticiclico che si è voluto dare a Cdp, oltre che derivare dalla comparazione che è stata fatta con le altre Npb (national promotional bank), a cui ora siamo molto similari».

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