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«Adeguare le norme della Tv al mercato e al web»

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Industria

«Adeguare le norme della Tv al mercato e al web»

  • –Marco Mele

ROMA

Due indagini conoscitive per segnalare a Governo e Parlamento la necessità di rivedere le regole del settore televisivo. Nelle conclusioni della prima, quella sulla “Tv 2.0”, l’Agcom sottolinea quale aspetto più importante «le asimmetrie normative tra operatori televisivi e servizi Internet».

Il passaggio alla televisione connessa alla Rete mette in dubbio alcune «decisioni essenziali prese nel quadro della Regolamentazione del settore». La direttiva europea sui servizi media audiovisivi (2007/65/CE), ad esempio, ha «semplificato il quadro normativo per i servizi lineari (come le tv terrestri, ndr.) e introdotto norme minime per i servizi non lineari in materia di tutela dei minori, di prevenzione all’odio razziale, di divieto di pubblicità occulta e di pubblicità». Ora, però, con il processo di convergenza in atto si ha «un incremento del grado di concorrenza tra servizi lineari e non lineari».

La modifica strutturale della programmazione televisiva, con la progressiva integrazione tra broadcast televisivo e banda larga, «rende obsoleta la tradizionale distinzione tra servizi lineari e non». In altre parole, riflette il commissario dell’Agcom, Antonio Martusciello, aumenta la concorrenza e la sostituibilità tra i servizi della tv tradizionale e quelli offerta via Internet. Ciò che è rigidamente vietato nelle trasmissioni dei broadcaster è invece consentito su Internet.

L’indagine sintetizza il regime di regole applicate attualmente, differenziate a seconda della tipologia del servizio tra servizi lineari, servizi non lineari come il video-on-demand e gli operatori su Internet (gli Ott, over-the-top television).

Un’altra conclusione dell’indagine conoscitiva riguarda l’interoperabilità dei servizi: le piattaforme digitali «dovrebbero operare sulla base di standard aperti e interoperabili». In caso contrario, lo sviluppo di “interfacce proprietarie” da parte dei costruttori (di hardware) pone problemi potenziali. L'utente potrebbe essere confinato in un walled-garden, un giardino chiuso «che ne limiti artatamente le scelte». Un rischio è che un televisore comprato in Italia «mostrerebbe funzionalità diverse da un identico apparecchio acquistato in Finlandia, senza possibilità per l’utente di apporre modifiche».

Attenzione dell’Agcom anche alle guide d’utente incorporate dai produttori di tvcolor: possono «limitare automaticamente o di default le impostazioni utili ai broadcaster», rendendo anonimo il loro brand o eliminando la loro pubblicità. Conclusione: va sviluppato un quadro regolamentare per la tv connessa, garantendo, come richiesto dal Parlamento europeo, «accesso e mantenimento dell’integrità dei broadcaster».

Allo stesso tempo, con un’altra delibera sempre approvata il 13 gennaio, l’Agcom ha avviato un’indagine conoscitiva sul settore della produzione audiovisiva. Il settore televisivo si caratterizza per la presenza «di un numero maggiore di soggetti» rispetto all’introduzione della normativa europea sulle quote di programmazione e di investimento. L’offerta lineare compete con quella non lineare, alla quale partecipano soggetti con dimensione globale. Un questionario sarà inoltrato agli operatori del settore. Verrà articolato in quattro aree: la creazione delle opere audiovisive; l’offerta di prodotto; la domanda di prodotto; le considerazioni sul mutamento di scenario.

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