Economia

Inchiesta sul pomodoro italiano

  • Abbonati
  • Accedi
Regole e incentivi

Inchiesta sul pomodoro italiano

  • –Emanuele Scarci

LA DENUNCIA

La Spc Ardmona , partecipata da Coca Cola , accusa
le imprese conserviere di aver incassato un miliardo di aiuti europei tra il 2010 e il 2014

MILANO

Pelati e polpa di pomodoro made in Italy nel mirino della commissione anti-dumping australiana. La commissione ha infatti aperto una procedura contro le società campane La Doria e Feger per verificare se le due società italiane abbiano adottato «prezzi inferiori al loro valore normale e la concorrenza sleale abbia causato un danno materiale all’industria australiana».

A promuovere la richiesta di indagine è stata la Spc Ardmona che, oltre ai pelati e ai pomodori in scatola, si occupa di imbottigliare la Coca Cola in Australia ed è partecipata al 29% dal colosso di Atlanta.

«L’accusa è totalmente infondata - si difende Antonio Ferraioli, ad e comproprietario della multinazionale La Doria - abbiamo già dimostrata nella precedente indagine di essere totalmente estranei. Anzi abbiamo dimostrato, dati alla mano, che i prezzi praticati in Australia sono superiori a quelli correnti del mercato domestico. Anche i margini sono più rotondi di quelli italiani». Peraltro i prezzi della materia prima in Italia «sono tra i più alti al mondo» aggiunge l’imprenditore.

La Doria è un gigante delle conserve rosse e dei legumi che nei primi 9 mesi del 2014 ha realizzato ricavi consolidati per 467,6 milioni, +3.3%. Per la società il mercato australiano vale circa il 4% del fatturato. Mentre la Feger (di Gerardo Ferraioli, zio di Antonio) è più piccola ed è specializzata nelle conserve a base di pomodoro e legumi lessati in scatola. In Italia il business del pomodoro è stimabile in 2,5 miliardi, di cui 1,5 all’export. Le esportazioni in Australia ammontano a una sessantina di milioni.

L’accusa australiana sostiene che gli aiuti all’agricoltura concessi dalla Ue consentano agli operatori italiani di praticare prezzi inferiori a quelli di mercato. Una prima condanna era già arrivata lo scorso anno per 103 dei 105 esportatori italiani di pelati con la conseguenza che erano stati imposti loro dei dazi fra il 2 e il 9% del prezzo di vendita. La Doria e Feger avevano invece evitato le sanzioni per l’anno terminante nel giugno 2013; ora l’indagine si estende all’intero 2014.

Per Spc Ardmona l’industria italiana delle conserve, nel suo complesso, ha ricevuto un miliardo di euro di aiuti fra il 2010 e il 2014 attraverso i programmi europei di politica agricola. «L’accusa fa sorridere - aggiunge Ferraioli - Gli aiuti europei della Pac sono destinati, indirettamente, all’agricoltura e non all’industria di trasformazione. La verità è che Spc Ardmona non ha le potenzialità produttive per soddisfare tutta la domanda e allora si inventa le cose per coprire la propria inefficienza». Per Ferraioli si tratta di una vicenda sostanzialmente politica: «Abbiamo informato il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina e il vice ministro Carlo Calenda». La Commissione antidumping fornirà una prima comunicazione sull’indagine il prossimo 9 maggio

© RIPRODUZIONE RISERVATA