La “luna di miele” tra i sindacati dell'ex Lucchini di Piombino e l'algerina Cevital, nuova proprietaria dell'acciaieria, per adesso regge. Nel secondo incontro in vista del subentro gestionale (previsto a marzo), la Fiom-Cgil ha espresso “giudizio positivo”, sottolineando la conferma degli investimenti che è arrivata dalla nuova dirigenza, e che secondo il segretario toscano Mirko Lami arriveranno addirittura a 1,5 miliardi di euro (Isaad Rebrab, presidente di Cevital, presentando il progetto a Piombino aveva parlato di 400 milioni di euro nella prima fase, per poi salire fino a 1 miliardo). La contropartita, già nota ai sindacati (e annunciata anche con una lettera), sono i sacrifici chiesti ai lavoratori, che saranno assunti col contratto nazionale, ma azzerando i diritti acquisiti negli anni in azienda. “Qui ci sarà una fetta di margine per il sindacato – dice Lami - che dovrà trattare cercando spazi da riconquistare, soprattutto quando i bilanci saranno positivi”. Ma la speranza è grande: “Sono convinto che su alcuni aspetti si potranno anche migliorare alcuni diritti che avevamo in precedenza”.
Nel nuovo incontro previsto per la prossima settimana, Cevital presenterà gli investimenti e il piano industriale che, secondo quanto riferito dai sindacati, prevede innanzitutto la costruzione di due forni elettrici, che – come già annunciato da Rebrab - entreranno in funzione uno a 18 mesi dalla firma del contratto definitivo (nell'ottobre 2016) e l'altro a 24 mesi (nell'aprile 2017). Il primo forno sarà acquistato in aprile, poi ci sarà il cosiddetto “revamping” dei treni di laminazione per andare a lavorare gli acciai speciali. Inoltre verranno comprati un forno di riscaldo per il treno che lavora le barre e i tondi per le automotive e anche un treno nuovo per le rotaie (nel frattempo, verrà messo a posto l'attuale per continuare la lavorazione).
Nei prossimi incontri la dirigenza entrerà anche nel merito sui reparti, sull'organizzazione del lavoro, sull'energia, sul numero degli occupati, sugli ammortizzatori sociali. “Serve produrre di nuovo acciaio in tempi brevi, con l'avvio dell'agroindustriale e il riassorbimento di tutti i lavoratori con uno stipendio dignitoso per un addetto siderurgico”, conclude Lami.
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