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Almaviva cresce in Brasile

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Almaviva cresce in Brasile

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Almaviva avanza in Brasile. Il gruppo guidato da Marco Tripi, attraverso la sua controllata carioca, Almaviva do Brasil, si è aggiudicato un contratto da 100 milioni di euro con Nextel per la gestione di call center, back office, collection e retention (raccolta e conservazione dei dati). Per far decollare la nuova attività, che sarà operativa dal 9 febbraio per la durata di 5 anni, la società prevede 1600 assunzioni nella città di Teresina, nel nord est del paese.

La controllata brasiliana ha chiuso il 2014 con ricavi pari a 200 milioni e una crescita del 50% sull’anno precedente. In rialzo anche la marginalità, +82% rispetto al 2013, mentre l’utile netto è triplicato. «In Brasile registriamo una performance ottima - spiega al Sole 24 Ore il numero uno Tripi che è anche presidente e ad di Almaviva do Brasil -. La nostra marginalità è tra le più alte dell’intero mercato, ottenuta grazie a riconosciuta eccellenza operativa unita a innovative tecnologie proprietarie di gestione dei servizi Crm (customer relationship management). Per il 2015 ci aspettiamo un’ulteriore crescita del 50% con ricavi intorno ai 300 milioni di euro e un proporzionato aumento occupazionale».

La controllata carioca, che opera in un mercato da 5 miliardi di euro, è nata nel 2006 ed è cresciuta nel corso degli anni, tanto da diventare la terza azienda del settore, preceduta soltanto da colossi del calibro di Atento e Contax, il cui fatturato supera il miliardo di euro. «Solo nelle ultime settimane - prosegue l’ad - Almaviva ha avviato contratti con alcuni tra i principali operatori di telecomunicazione locali, per un valore complessivo stimato pari a 300 milioni di euro per i prossimi tre anni».

E in Italia? Il settore del Crm attraversa una profonda crisi e il gruppo è stato impegnato in un tavolo con il ministero dello Sviluppo economico che si è concluso con l’impegno del Mise a garantire i controlli sull’applicazione delle norme sulle delocalizzazioni. «Il nostro obiettivo è che l’Italia rimanga un paese centrale per le nostre attività - chiosa Tripi -. Ci auguriamo che le condizioni del settore, a partire dal pieno rispetto delle regole sulle delocalizzazioni, lo consentano».

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