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In Italia la fiducia si fa attendere. È la metà rispetto alla…

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INDAGINE NIELSEN

In Italia la fiducia si fa attendere. È la metà rispetto alla Germania

Per il 96% degli italiani il Paese è ancora in recessione. E la crisi durerà almeno ancora un anno per il 62 per cento. Insomma, l’ottimismo non è di casa lungo la Penisola e, anzi, diminuisce, visto che a fine 2013, la stessa convinzione riguardava il 57% delle risposte.

Sono queste alcune delle risposte che emergono dall’ultimo “Global consumer confidence”
di Nielsen, relativo al quarto trimestre 2014. L’indagine è stata effettuata su un campione di 30mila individui in 60 Paesi del mondo alla fine dello scorso mese di novembre.

Volendo trovare un aspetto incoraggiante, nel quarto trimestre 2014 l’indice di fiducia tricolore è risultato pressoché stabile rispetto al trimestre precedente: 45 contro 44. Ma l’aspetto più preoccupante che emerge dalla ricerca è forse il “baratro” che separa i dati italiani con quelli degli altri Paesi presi in esame. L’indice di fiducia medio europeo risulta infatti di 76 punti, spinto da Germania (a 98) e Regno Unito (94). E pure Spagna (57) e Francia (63) che economicamente non stanno molto meglio, sono comunque ben più avanti.

E infatti il 90% degli italiani è convinto che la situazione del lavoro resteranno difficili ancora per tutto il 2015. Inoltre, quasi un italiano su quattro ha come preoccupazione principale la conservazione del proprio posto di lavoro. Un timore che prevale su quello per la situazione economica del Paese e per la propria salute (rispettivamente per il 12% e il 9%).

In attesa che il “bazooka” di Draghi produca effetti (la decisione di effettuare acquisti di titoli di stato per 60 miliardi al mese di qui al 2016 nei Paesi dell’Unione, per spingere al rialzo controllato l’inflazione e aumentare la propensione agli acquisti) per ora i connazionali del presidente Bce non ci pensano proprio ad aprire il portafoglio (per giunta poco gonfio per la maggioranza dei cittadini): tagliano su abbigliamento, pasti fuori casa e intrattenimento e l’87% dichiara che questo non è un buon momento per fare acquisti.

La sostanziale stabilità segnalata dall’indice generale di fiducia si spiega, così, «anche grazie all’influenza di alcuni fattori – spiega l’ad di Nielsen Italia, Giovanni Fantasia – tra i quali il calo del prezzo del greggio, che comporta benefici non solo per i conti delle imprese ma anche per le famiglie».

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