Economia

«Ventisei anni per Schettino»

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«Ventisei anni per Schettino»

Ventisei anni e tre mesi di reclusione. È quanto ha chiesto il pubblico ministero Maria Navarro per Francesco Schettino, comandante della nave da crociera Costa Concordia, naufragata la notte del 13 gennaio 2013 davanti all’isola del Giglio. L’ex ufficiale della flotta Costa, che ieri era assente in aula, è l’unico imputato nel dibattimento che si svolge al teatro Moderno di Grosseto e deve rispondere dei reati di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, naufragio colposo, abbandono di nave, abbandono di persone incapaci e omessa comunicazione con l’autorità marittima.

Nel corso della requisitoria, la Navarro ha sottolineato, tra l’altro, che Schettino «non merita il riconoscimento delle attenuanti generiche». Anche se incensurato, ha aggiunto il pm, «il giudizio non è positivo circa la capacità di delinquere». E «l’aver voluto fare un favore a un capo cameriere che gli aveva chiesto di passare vicino all’isola » e aver voluto «fare una bravata per gli amici passando a pelo di scoglio al Giglio», sono i «futili motivi» che «ne fanno l’unico responsabile» del naufragio della Concordia e delle sue conseguenze. Il pm ha quindi aggiunto che «non possono trascurarsi i motivi personali che lo hanno indotto a ritardare l’emergenza generale per cercare di salvare la sua personale posizione». La Navarro ha parlato di «ingiustificabile e ignominiosa fuga dalla nave», aggiungendo che «solo per la Provvidenza il naufragio causato da Schettino non si è trasformato in un’ecatombe» e che «la gravità delle condotte di Schettino va riferita al numero di persone abbandonate a se stesse, di notte, senza sapere come salvarsi». Il pm ha anche detto che «ci vuole molta ipocrisia per dire che fu colpa della manovra errata del timoniere».

Il pm ha chiesto anche l’arresto dell’ex comendante per evitare «il pericolo di fuga nelle more del processo», ricordando che Schettino dispone di una casa in Svizzera e che ha molte relazioni all’estero. Secondo il procuratore generale della Toscana, Tindari Baglione, la richiesta dell’accusa «è più che congrua». Per i legali di Schettino, invece, è esagerata, «quasi l’ergastolo», ha detto l’avvocato Donato Laino, e il pericolo di fuga «inesistente». Sempre attraverso i suoi legali l’ex ufficiale ha fatto sapere di «essere a disposizione e di non avere «alcuna intenzione di scappare». Intanto, il governatore della Toscana, Enrico Rossi, ha definito il Schettino «uno sciagurato».

Duri i commenti dei parenti delel vittime del naufragio: «Ventisei anni forse sono pochi», ha detto il padre del musicista pugliese Giuseppe Girolamo. Susy Albertini, mamma di Dayana Arlotti, la bimba di 5 anni morta col padre William, afferma di condividere «appieno la richiesta della procura». A Schettino, ha affermato invece Kevin Rebello, fratello del cameriere indiano Russel , «manderò un sms con scritto Dio ti benedica» e ha aggiunto: «è responsabile, ha fatto l’incidente» ma «non ha ucciso mio fratello».