Economia

Braccio di ferro sulle concessioni autostradali

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Industria

Braccio di ferro sulle concessioni autostradali

  • –Mauro Salerno

ROMA

Il decreto Sblocca Italia non può diventare un “grimaldello” per allungare le concessioni autostradali senza passare da una gara pubblica. Attenzione anche agli effetti sugli investimenti e le tariffe che potrebbero derivare dall'applicazione della misura che autorizza i concessionari a proporre a Porta Pia (entro il 30 giugno 2015, dopo lo slittamento di sei mesi concesso dal Milleproroghe) un aggiornamento delle concessioni, con l'obiettivo di unificare gestioni di tratte tra loro interconnesse (articolo 5 del decreto 133/2014).

Con una lettera indirizzata ai presidenti delle due Camere (Pietro Grasso e Laura Boldrini) e al ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, il numero uno dell’Anticorruzione Raffaele Cantone accende i fari sul rischio di proroga surrettizia delle concessioni autostradali, stigmatizzato lo scorso autunno anche dall’Unione europea.

Nel mirino finisce una controversa misura del decreto Sblocca Italia, oggetto di polemiche e di una profonda riscrittura (in senso restrittivo) nel corso dell’esame parlamentare del decreto varato a fine estate dal governo. Per Cantone la norma «sembrerebbe rendere possibile, nel caso di unificazione di convenzioni con scadenze differenziate, lo slittamento della scadenza di alcune di quelle vigenti, senza, quindi, l'espletamento di alcun tipo di procedura ad evidenza pubblica, in violazione, tra l’altro, dei principi di concorrenza ed economicità». Di qui la richiesta di monitorare l’applicazione della norma e magari correggerla «per evitare gli effetti indesiderati evidenziati».

I rilievi del presidente dell'Anac non riguardano però solo il rischio di aggirare le gare. Secondo Cantone il fatto che a fronte della revisione delle concessioni debbano essere previsti nuovi investimenti, con la sottoscrizione di nuovi atti aggiuntivi invece che attraverso la revisione dei piani economici, può comportare un «rallentamento nell'attuazione degli investimenti, anche a causa del contenzioso che potrebbe scaturire dalla modifica del rapporto concessorio e o dalla sottoscrizione di nuovi atti».

Infine il capitolo tariffe. Anche qui la norma, che chiede «tariffe e condizioni di accesso più favorevoli per gli utenti», «potrebbe presentare profili di criticità». Il riferimento è al fatto che i concessionari utilizzano modelli differenti (“price cap” o adeguamenti sempre pari al tetto massimo) per calcolare e aggiornare le tariffe e questo rende «difficilmente perseguibile» l'obiettivo dichiarato in via di principio. Di qui il suggerimento di autorizzare accorpamenti solo dopo l’adozione del metodo “price cap” e l’inserimento di parametri che consentano di valutare il migliormento della qualità del servizio.

Ieri Cantone insieme al ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha anche firmato le linee guida per l’applicazione delle misure di commissariamento delle imprese colpite da interdittiva antimafia. L’obiettivo è guidare l’azione dei prefetti nella gestione delle misure straordinarie introdotte la scorsa estate dal decreto 90/2014.

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