Economia

Contratti di rete, Emilia seconda regione

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Industria

Contratti di rete, Emilia seconda regione

strumento efficace

Un boom trasversale ai vari settori, che riguarda soprattutto il manifatturiero ma anche le costruzioni

e il comparto scientifico

bologna

L'ultimo contratto di rete messo a disposizione delle imprese da parte di Unioncamere dell'Emilia Romagna si rivolge alle aziende penalizzate dal digital divide. Un contratto per sviluppare infrastrutture a banda ultra larga nei territori tagliati fuori dalla connessione veloce, perché poco appetibili agli occhi dei gestori. «Questo a conferma del fatto che le reti di impresa – dice il segretario generale dell'ente camerale, Claudio Pasini – aprono grandi prospettive su vari versanti. Non c'è solo quello delle esportazioni, che implicano operazioni complesse: e un'azienda di piccole dimensioni da sola non può affrontare l'internazionalizzazione. Danno grandi risultati in vari campi, anche in quello del marketing».

La prova arriva proprio dall'Emilia Romagna, seconda regione in Italia, dopo la Lombardia, per numero di imprese coinvolte: sono già quasi 1.200, a fronte delle 2.110 lombarde. Un boom trasversale ai vari settori, che riguarda principalmente le aziende manifatturiere, al quale Unioncamere ha dedicato un seminario per far conoscere ulteriormente uno strumento che, aggiunge Pasini, «permette di crescere senza aumentare le dimensioni dell'azienda».

Il contratto di rete si sta infatti confermando sempre di più come uno strumento agile, flessibile e innovativo. Un valido supporto per alzare il livello competitivo delle imprese e aiutarle ad affrontare le sfide del mercato, tra ottimizzazione dei costi di gestione, semplificazioni sul piano del lavoro, con assunzioni congiunte, distacchi e co-datorialità, manager di rete, politiche di marketing maggiormente incisive.

Nel solo sistema manifatturiero, in Emilia sono 453 le imprese in rete. Per numero di aziende coinvolte seguono quelle che operano nel settore tecnico e scientifico (124) e nelle costruzioni (108). Per quanto riguarda le province, ai vertici c'è quella di Bologna, con 253 aziende, seguita da Modena e Reggio Emilia. All'ultimo posto Piacenza, che ne conta 56. Un distribuzione che riflette anche le vocazioni delle singole aree, con una maggiore concentrazione di reti nella meccanica.

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